Arrivo alle 5 alla stazione bus di Casablanca che si trova nel centro della più grande e famosa città del Marocco, ma ad eccezione dei pochi passeggeri, fuori della stazione solo pochi tassisti con macchine scassate, non c’è nessuno.
Le vie sono deserte ed i piccoli hotel intorno alla stazione sono chiusi. Dopo circa mezz’ora un ragazzo ne apre uno, sarà la base di oggi si chiama hotel Mon Reve è affascinante e costa 200 Diram a notte (circa 18 euro), una scala molto ripida a spirale ci conduce alla stanza è tutto molto vecchio ma affascinante, le pareti viola e il soffitto con stucchi elaborati e multicolori danno un idea di sfarzo.
Breve giro del centro, ora pieno di gente splendidi dolci, palazzi stile coloniale, visita della medina vecchia: la prima parte è un gran bazar dove il contrasto fra i marchi occidentali e gli abiti tradizionali è forte. Venditori di lumache bollite servite in piccole tazze attraversano il mercato con piccoli carretti, All’interno la medina offre un’immagine autentica e di grande vitalità, sartorie, panifici, lIutai, parrucchieri, falegnami, meccanici, un lavoro lento e costante che non si ferma mai nemmeno a Capodanno.
Bimbi sempre festosi e le donne che lavano i panni e la lana alle fonti e non vogliono essere fotografate, ogni spazio un po’ più largo è un campo di calcio, mi divertono i microscopici fondi pieghevoli che si animano e scompaiono come paguri. Lasciata la Medina percorriamo un lungomare dove vogliono costruire una marina di stile europeo, ci spostiamo in direzione della moschea Moschea Hassam II orgoglio del Marocco, seconda in dimensione solo alla Mecca.
E’ un monumento imponente e sfarzoso che si affaccia sull’oceano contornato da piazze e giardini dove passeggiano migliaia di persone che contrasta in maniera stridente con la confinante bidonville .
La moschea non ancora ultimata è stata costruita con fondi pubblici,donazioni e lavoro volontario con una velocità sorprendente ; viene da chiedersi se tanto impegno non era meglio dedicarlo per migliorare le condizioni di vita degli abitanti della bidonville.
La città, la medina, la bidonville e la grande moschea, quattro realtà ben distinte che si susseguono e si accavallano senza soluzione di continuità.
Su tutto il Mare Oceano come lo chiamavano i grandi navigatori del passato che domina tutto in potenza e grandezza.
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© 2024 Elba e Umberto
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