Ifrane

Ifrane

Piove sodo, quindi oggi non si parte ma il padrone di casa ci sfratta perché Tambone ha cacato nel prato. Mi sento fuori posto, è quattro mesi che caco fuori dall’uscio e oggi si so incazzati perchè il ciuco ha cacato nel prato, parto con il mulo in cerca di una sistemazione e la trovo nel campeggio che è ancora chiuso ma disponibile per Tambone che si trova in un paradiso d’erba. Sistemato il ciuco e raccolto il concime, abilitati rimaniamo nel solito alloggio.
Ifrane è un “truman show” abitato da studenti figli di papà, giardinieri e poliziotti, dove ogni giorno vengono cambiati i fiori nelle aiuole lungo le vie, i macchinoni che transitano hanno tutti la marmitta catalitica: la cittadina ideale, peccato che basta fare pochi chilometri per trovare villaggi di case di fango e merda dove i bimbi non vanno a scuola.
Aspetto positivo del “villaggio paese” (credo che Ifrane sia il sogno proibito di Bosi e Marchetti) è che si mangia bene e la connessione internet è potente. I ragazzi del truman trasudano di benessere, sono vestiti come i loro coetanei occidentali, fra le tante cravatte e i rolex spunta anche qualche simbolo “ribelle”, magari si ripeterà la storia del Collège Berbère e dalla scuola d’elitè verranno fuori i nemici delle sperequazioni sociali, in fondo anche il 68 era figlio dei figli di papà.