Il disegno globale
Approfittiamo del fatto di essere in un porto franco per comprare un po’ di attrezzatura fotografica, domani si parte destinazione Tunisia, il sistema più veloce ed economico sarebbe quello aereo e raggiungere Tunisi via Madrid, ma in questo viaggio aerei non ne voglio prendere quindi la soluzione più vicina al programma originale è quella di raggiungere la Tunisia via mare toccando  Almeria, Barcellona e Genova. Mi sento pieno di rabbia, ma non per il cambio di programma.
Il viaggio è fatto anche di imprevisti, anzi sono gli eventi inattesi, le sorprese, l’essenza del viaggio, è il subire ingiustizie che fa male, sentirsi vittime di un disegno globale legato al profitto di pochi, protetto e difeso su livelli diversi da poliziotti, diplomatici e organi di informazione e la droga in questo ha un ruolo importante per il volume di denaro che genera ma soprattutto perché annebbia e addomestica milioni di menti potenzialmente ribelli a questo schifo.
Ci sono gli europei di calcio (altro giochino che aiuta a non pensare), all’otto vado a vedere la partita dell‘Italia in un bar bettola che sa di porto nostrano e passo due ore leggere  in compagnia di quattro vecchietti mangiando chopitos (seppioline) alla griglia e triglie fritte. L’Italia vince e passa ai quarti, domenica incontrerà la Spagna, i compagni di merenda sono preoccupati, ci vedono come l’ostacolo più impegnativo fra loro e la vittoria finale.