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Il quarantesimo giorno, la prima uscita Durante la notte sale la marea e la barca ritorna a galleggiare, ma al mattino quando mi alzo è nuovamente in secca. Amor e i francesi hanno già smontato le tende e preparano i bagagli da portare a bordo. Arriva Samir tutto trafelato, è venuto a piedi da El Attaya perché, dice lui, che è andato a dormire a casa. Facciamo colazione e poi i francesi si avviano a piedi verso il lato sud dell’isola dove li attende Sami con un’altra barca per portarli al porto. Noi insieme a Samir e Amor carichiamo i bagagli sulla feluca e poi ci avviamo verso El Attaya a piedi mentre Samir e Amor porteranno i bagagli con la barca. Camminiamo nel basso fondale incontrando anche garzette e aironi cenerini, anche il tratto di mare tra l’isola di Grimdi e Chergui lo facciamo quasi tutto a piedi e nuotiamo solo negli ultimi cento metri. Arrivati al porto vecchio aspettiamo, insieme ai francesi ansiosi, il rientro della feluca che sta combattendo con la bassa marea trainata da Samir. Dopo una mezz’oretta arriva la feluca, scarichiamo i bagagli e ci salutiamo con i francesi che partono subito dopo aver ultimato il carico, alla volta di Tunisi da dove voleranno direttamente in Francia. Facciamo un salto a Ramla dove oggi c’è il grande souk settimanale per fare la spesa, il caldo nel capoluogo kerkenniano oggi è soffocante. Ramla è in agitazione perché è atteso nei prossimi giorni forse già domani il presidente della repubblica ed è la prima volta che viene alle Isole Kerkennah. Sembra di rivivere un po’ la situazione di Midelt quanto arrivò Il re con imbandieramenti e gigantografie di Ben Ali che appaiono dappertutto. Torniamo a casa con un taxi stracarico che accoglie anche nel bagagliaio un pescatore con un fuoribordo che viene appoggiato proprio sul sacchetto dei pomodori. Andiamo a casa e mangiamo in compagnia di Naima. Naima è una professoressa di Fisica materia che insegna al liceo di Ramla, è piacevole parlarci è una persona molto intelligente. Non ama viaggiare perché ci vede più disagio che piacere e non farebbe mai un viaggio fuori dalla Tunisia per piacere ad esclusione del pellegrinaggio alla Mecca, ma spinge la figlia Amal a studiare ed a fare esperienze di studio e lavoro anche all’estero. Ci racconta di come era rigido il suo babbo pescatore, contario ai suoi studi che la obbligò a sospendere quando si fidanzò con Samir, studi che ha poi ripreso dopo sposata andando a vivere da sola a Sfax, destando scandalo fra i tradizionalisti più bigotti. Naima è una rivoluzionaria, ma con grande rispetto e amore per le tradizioni che sente sue, è una donna di sostanza e persona bella, ama il suo lavoro e la sua famiglia preferisce passare il suo tempo a casa perchè non ci trova niente di stimolante a parlare con persone con cui non riesce a trovare profondità di dialogo. Si parla di tante cose dei problemi della scuola e del mondo legato alla fisica la sua passione, del disagio giovanile e dell’esaltazione dell’apparire scambiata per progresso. È una di quelle persone che più ci parli e più ti viene voglia di parlare, ha gli occhi grandi e larghi e quando parla guarda con dolcezza ma anche con fermezza come fanno le persone convinte e sincere. Arriva la nonna che ci annuncia un grande evento la visita di Haishya la figlia del fratello di Naima. Accompagnata dalla mamma dopo quaranta giorni dalla nascita nel rispetto delle tradizioni esce per la prima volta di casa e va a fare visita alla casa della sorella maggiore del babbo. La piccolina paffuta e capellona dorme serena, viene adagiata al centro del letto circondata da cuscini e coperta da una zanzariera. Questa giornata è dedicata al suo ingresso nella famiglia, fino a ieri secondo la tradizione il suo mondo era solo quello della madre. Lascio le donne di casa alla loro intimità e ripenso con ammirazione a come Naima sia riuscita ad armonizzare le tradizioni con le ambizioni personali. |
© 2024 Elba e Umberto
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