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L’italiano vero
“Siedi qui” mi sento dire in italiano, “tu italiano, anche io sono un italiano vero guarda!” e  mi mostra con orgoglio i suoi occhi celesti prova per lui inequivocabile dell’italica genia.
Ali Baba è un kerkenniano di origini adriatiche, mi racconta di un suo antenato giunto qui un paio di secoli con un peschereccio proveniente da Misano. Mi fa vedere il suo documento con il cognome Ouarda, mi spiega che significa “guarda” perché il naufrago alle prime persone che lo soccorsero disse “guarda” indicando il relitto del peschereccio affondato di cui lui era l’unico sopravvissuto, e siccome la g in arabo non esiste, è impronunciabile, divenne subito Ouarda e questo diventò il cognome di tutti i suoi eredi. La storia che mi racconta Ali Baba è molto bella e mi incuriosisce e ci diamo appuntamento a domani sera per parlarne con calma, ora voglio andare a Ramla per comprare il regalo a Adam che oggi compie otto anni. Nella notte le gigantografie e le bandiere sono cresciute e in questo delirio sventolante facciamo un salto al circolo canottieri di Ramla dove ieri sera ho visto dei kayak da mare, non sono messi benissimo ma i ragazzi del circolo mi confermano che si possono noleggiare e questa è una grande notizia. 
Rientriamo a casa Bouzida per il più classico dei compleanni con torta, candeline, cappellino di carta e canzoncina in inglese, quella che solo io non sono capace a canta’ e finiamo la serata a giocare con le macchine nel portico. La serata è musicata dal suono ripetitivo e assilante  del folklore, oggi si chiude la settimana di festeggiamenti del matrimonio della sorella di Tarek, il ragazzo dell’internet point, che ci ha invitato più volte. Facciamo un salto, c’è mezzo paese, ormai siamo di casa ci accolgono calorosamente dicendoci che noi non siamo turisti “siete come i kerkenniani”, certo che rispetto ai pochi francesi o inglesi che si sono visti in giro siamo molto  diversi, si mangia con le mani, si cammina scalzi e di notte ci si muove  senza torcia.