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Da Aluch Ali a Ciccio Ramadan al mattino vuol dire silenzio, la maggior parte delle persone comincia a uscire di casa intorno a mezzoggiogiorno. I piccoli pescherecci si specchiano nella darsena immobile del Porto vecchio, hanno le forme familiari delle barche da “pesce bono”. Il vecchio canale costruito dai cartaginesi che portava nel lago di Bizerte partiva da qui, ma fu interrato dai francesi nel 1895 che poi ci costruirono sopra parte della ville nouvelle. Entriamo nella medina piccola e silenziosa e in parte abbandonata che porta ancora evidenti, in alcune zone, i segni dei bombardamenti francesi del 1961 quando le forze coloniali si rifiutavano di restituire la città alla nuova nazione magrebina, l’esercito invase la base francese e i francesi risposero violentemente con le truppe stanziate in Algeria, ci furono novanta ore di combattimenti e più di mille morti. La città è dominata dall’alto da una grande fortezza chiamato forte spagnolo, ma che in realtà fu costruita da Aluch Ali dopo la cacciata degli spagnoli da Algeri nel 1570. Aluch Ali, il successore di Dragut al comando della flotta ottomana, era in realtà un Calabrese che si chiamava Giovanni Dionigi Galeni ed era destinato alla vita monastica, fu catturato nel 1536 da Khayr al Din (Barbarossa) nei pressi dell’isola di Capo Rizzuto e fatto prigioniero, successivamente rinnegò la fede cristiana e iniziò una brillante carriera come Corsaro Mussulmano. Oltre che grande ammiraglio fu anche governatore di Algeri, Tunisi e Tripoli. Dall’imponente fortezza voluta da Giovanni Aluch Ali si gode di un panorama ampio che oltre alla parte vecchia e alla ville nouvelle scopre anche i tanti impianti industriali affacciati sul lago. Lasciata la parte vecchia facciamo un giro allo sport nautic alla ricerca di informazioni. Lo sport nautic è un porto turistico dove ci sono anche i circoli sportivi con i kayak e le derive, avendo una barca di proprietà sembra che per uno straniero andare a La Galite non sia poi così complicato comunque molto meno che per un passeggero. Passato il ponte levatoio andiamo al porto nuovo, quello dei pescherecci grandi, in maggioranza zaccarene e paranze, ma ci sono anche barche più piccole che calano nasse, palamiti e tramagli, e poi le barche dei corallari inconfondibili per le camere iperbariche fissate sui ponti. Gente disposta ad andare qui se ne trova, ma il problema sono le autorizzazioni, Capitaneria di Porto e Guardia Nazionale sono rigide, i pescherecci non possono portare passeggeri. L’unica barca autorizzata è il Bichi di un certo Kaled ma oggi è in mare. È sera quando rientriamo in centro, giro a internet, Michelangelo ha sistemato l’archivio del diario di viaggio di elbaeumberto che ora è finalmente diviso per mesi e per giorni e quindi molto più facile da consultare, e a breve la stessa cosa sarà in linea per l’archivio fotografico. A Bizerte c’è un ristorante italiano, punto di ritrovo dei tanti italici che sono qui per lavoro, il proprietario Ciccio è un siciliano originario di Mazara del Vallo, è una persona assai ben inserita nel sistema bizertino, qui conosce tutti, fa un paio di telefonate e ci da dei riferimenti, domani si dovrebbe sapere qualcosa. |
© 2024 Elba e Umberto
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