Le ambasciate Andiamo a Tunisi per Ambasciate, iniziamo da quella Italiana per fare il passaporto bilingue, per entrare in Libia è indispensabile avere questo documento tradotto in Arabo. All’ambasciata ci sono tante persone in fila soprattutto coppie miste italo tunisine, ce n’è una che non puo` passare inosservata lei un’italiana da un quintale con velo e fuseaux tutta indaffarata a disbrigare le pratiche e lui un allampanato ragazzo tunisino che si guarda continuamente intorno compiacendosi “dell’affare” che sta andando in porto, abbordare un’europea, portarsela in Tunisia per poi sposarsela e farsi mantenere è uno dei sogni dei tunisini e le donne italiane son le più ambite. Per fortuna la procedura che serve a noi viene fatta in un altro ufficio e la faccenda si risolve velocemente. Dal centro della capitale ci spostiamo verso nord dove ci sono la maggior parte delle ambasciate Africane, la più grande e vistosa è quella della Libia, un palazzo che sembra il deposito di Zio Paperone, siamo qui per richiedere il visto di ingresso, ci fanno accomodare in una lussuosa e asettica sala d’attesa con i divani di pelle nera dai cui vetri a specchio si vede il grande giardino. C’è grande cortesia, ma come previsto ci dicono che il visto per entrare in Libia viene rilasciato solo per affari. Con ancora meno speranze andiamo a sentire per il visto anche all’ambasciata Algerina che si trova poco distante, è una sede molto più modesta e sgarrupata e ha un’aria familiarmente maghrebina. Dopo un po’ di anticamera ci riceve una signora gentile dall’abbigliamento e dai modi molto occidentali che rimane affascinata dal nostro viaggio, ma non puo` fare niente per farci avere un visto d’ingresso nel suo paese. E` assurdo ma le difficoltà maggiori di questo viaggio sono di natura burocratica. Dopo una vana ricerca di un fotografo qualificato si torna a Bizerte con il louage. C’è da comprare i viveri per La Galite e chiudere gli zaini. Ma come temevo dal tono sfuggente della telefonata del mattino, non si va, Kaled dice di partire dopodomani quando il tempo sarà migliore, capisco che è una scusa ma non posso fare altro che accettare. |
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© 2024 Elba e Umberto
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