Dissonanze C’è sempre la fila davanti ai fast food delle famose catene internazionali, provo disgusto e tristezza nel vedere queste famiglie obese ingozzarsi di troiai, soprattutto mi sconforta l’associazione islam-consumismo, queste donne tutte velate e questi uomini dalle fronti livide di preghiere, con le bimbe già fasciate da veli che sanno di inquisizione, che stravedono per questi idoli mangerecci unti e colorati rivestiti in cartoni allegri e collezionano brutti pupazzi venerandoli come idoli pagani. Penso spesso a Beljid, un Amazigh di Tabant un villaggio nel cuore dell’Alto Atlas, che mi parlava della bellezza e della perfezione del corano che lui sentiva vicino e armonico con la natura e insegnava un messaggio di pace lontano dai fanatismi e dalle futilità del capitalismo, mi aveva colpito la sua coerenza nel seguire questa fede e la serenità contagiosa che emanava. A Tabant non c’erano ostentazioni di fede, ma si viveva dentro un senso di armonia e pace, che poi credo che in fondo sia quello che tanti chiamano Dio, guardando dentro questo locale luccicante e schizzato di ketchup non se ne vede traccia. |
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© 2024 Elba e Umberto
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