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Il deserto che incontra il mare
Le notizie che arrivano da Gaza non sono buone, c’è stato un altro raid, a un certo punto sembra che ci sia una possibilità per entrare ma poi non si concretizza, quindi si va alla stazione dei bus e si parte in direzione Cairo. La strada scorre dritta lungo costa a rincorrere il sole in un paesaggio di sogno con le dune del deserto che incontrano il Mediterraneo, a volte il mare si incunea fra le sabbie creando delle insenature surreali e di tanto in tanto fra le dune spuntano dei piccoli laghi salati. Ci sono ancora tanti pastori beduini nomadi che vivono qui, abitano in piccole capanne di canne e sono molto più numerose di quello che pensavo, sono immagini che sembrano uscite dai racconti della bibbia e dei vangeli, con i bimbi che giocano mentre controllano i greggi delle capre e le donne che rientrano verso le capanne sul dorso dei piccoli asini, dopo essere state a recuperare un po’ di legna.
Man mano che pone il sole il paesaggio diventa sempre più bello ed evoca storie leggendarie e lontane come quella della fuga in Egitto di Giuseppe, Maria e Gesù un paio di millenni fa, ma ci sono anche tanti reticoli di filo spinato che segnalano i campi minati che rammentano storie di guerre molto più recenti.
E’ già notte fonda quando ripassiamo dal ponte sul canale di Suez, siamo nuovamente in Africa fra i coltivi e i canali del Nilo. Poi inizia il traffico del Cairo, che di notte sembra ancora più infernale, dopo un paio d’ore arriviamo alla stazione centrale, camminare con gli zainoni nel caos del traffico del Cairo non è un’esperienza rilassante, comunque nel giro di un’oretta ci piazziamo e poi si va a cercare qualcosa da mangiare in questa metropoli devastata da fast food e spazzatura.