Partenza alle 7 dalla stazione dei bus di Malaga, la strada scorre lungo la costa e l’alba scopre colate di cemento su colate di cemento, gru cantieri case su case, alberghi e casermoni enormi cartelloni di agenzie immobiliari senza fine, solo un breve tratto di erba con tori e mucche nere, poi torna villette e palazzi…Finalmente Linea e sullo sfondo le famose Rocce Bianche di Gibilterra, da sempre sognate e viste con la mente di bimbo grazie ai racconti dei marittimi della “tera di Glauco” i racconti di “Burrasca e del Moro” di Angelo, eroici isolani nati contadini e diventati cavodurnisti per miseria.Linea è un posto vero dove non è tutto in funzione del turista, è domenica e ci sono le famiglie del posto al ristorante con 8 euro si fa un pranzo completo.Per andare a Gibiltera bisogna passare la doppia Frontiera, si attraversa l’aeroporto che è anche strada, pista ciclabile e passaggio pedonale; quando arriva o parte un aereo suona la sirena e si libera la pista.Qui è tutto è english style e Nelson è un icona presente da tutte le parti, più di Napoleone all’Elba. Gibilterra è porto franco dove elettronica e alcolici la fanno da padroni, il centro è una serie ininterrotta di negozi. Lasciamo il paese e iniziamo a salire verso le vette del promontorio. Finalmente silenzio, si sale ripidamente fra fortificazioni antiche e gallerie e batterie dell’ultimo conflitto, la vegetazione è rigogliosa, c’è acqua dolce indispensabile ricchezza di ogni baluardo militare, spiccano le bellissime palme nane ma ci sono tanti olivastri e anche lecci.
Salendo incontriamo i famosi macacchi di Gibilterra si vede che sono abituati alle persone è facile farci amicizia.
Dalla vetta del promontorio ammiriamo un tramonto sulla baia di Gibilterra che ospita decine e decine di grandi navi, sullo sfondo l’Africa e le montagne marocchine.
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© 2024 Elba e Umberto
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