La valle delle mummie dorate e le vacche mummificate Stamattina il tempo è bello e cosa ancora più piacevole la temperatura è sensibilmente calata, ne approfittiamo per fare una camminata nel deserto ai confini dell’oasi per vedere la valle delle mummie dorate. La zona dista solo qualche chilometro da Bawiti, è una grande area brulla dove ci sono tanti resti di alberi fossilizzati, le rocce sono strane soprattutto nella parte superiore che sembra essere placcata di ferro rugginoso, spingendosi all’interno cominciamo a trovare delle tracce di sepoltura e dopo poco nelle zone più rocciose, dei veri e propri pozzi a cui si accede all’antica necropoli. Qui nel 1996 a quanto si racconta un contadino casualmente ha scoperto una mummia dalla maschera dorata, la notizia è giunta agli archeologi che hanno iniziato una campagna di scavi che ha portato a scoprire la più grande zona di sepolture di mummie risalenti al periodo romano. In questa area di circa trentasei chilometri quadrati sono state rilevate a quanto si dice più di diecimila mummie che sono ancora quasi tutte dentro la necropoli. Sono numerose le aperture che scendono giù nel sottosuolo e con un minimo di attrezzatura non sarebbe difficile entrare, la zona è totalmente abbandonata, nessuno scava e nessuno controlla, si vedono solo le tracce dei lavori archeologici. Camminiamo per qualche ora in questo grande cimitero incontrando anche resti di un villaggio abbandonato in mattoni crudi, di cui è molto difficile stabilire l’età. Spostandosi verso la zona verde in direzione nord ovest troviamo i resti di un forte in pietra circondato da strutture di mattoni crudi, probabilmente una fortezza risalente anche questa al periodo romano. Come spesso accade nel deserto anche qui incontriamo numerosi resti di animali morti, soprattutto mucche che ricoperte parzialmente dalla sabbia, sembrano mummificate. Ritorniamo verso Bawiti e dopo una pausa the e un rifornimento d’acqua ripartiamo in direzione del Djebel Dist, la montagna a forma di piramide che avevamo visto nei giorni scorsi dalla sommità del Djebel Engleez. La camminata è piuttosto lunga, una ventina di chilometri, la prima parte attraversa la grande oasi ed è piacevolmente ombreggiata dalle grandi palme, poi piano piano diventa sempre più brullo, ma comunque coltivato spesso a grano. Per fortuna da queste parti c’è sempre chi ti da un passaggio e un pick up ci carica sul cassone portandoci nella zona della montagna. Ci avviciniamo al rilievo attraversando campi di grano e girasoli, passando vicino ad una casa un bimbo incuriosito dalla nostra presenza ci viene incontro e ci invita a prendere un the. La montagna oltre a essere molto bella è anche estremamente interessante perché qui sono stati ritrovati numerosi resti di dinosauri, questa zona, come del resto tutta la depressione di Bawiti, 80 milioni d’anni fa era una grande palude abitata dai giganteschi rettili. Il primo a scoprire i resti di dinosauro fu un paleontologo tedesco, un certo Ernst Stromer von Reichenbach che nel 1914 qui trovò un vero e proprio cimitero di questi giganteschi sauri del passato. Fu una scoperta sensazionale perché mai prima di allora erano stati trovati resti di dinosauro al di fuori delle americhe e si pensava che questi rettili fossero un’esclusiva del nuovo mondo. Purtroppo i preziosi reperti fossili, dopo essere stai portati in Germania, furono distrutti durante i bombardamenti anglo-americani della seconda guerra mondiale. In tempi molto più recenti qui è stata fatta una scoperta ancora più sensazionale, nel duemilaeuno da un gruppo di studiosi americani sono stati scoperti i resti di un gigantesco rettile erbivoro lungo ventotto metri, alto otto e dal peso stimato di una settantina di quintali, che è stato battezzato Paralititan Stromeri in onore del paleontologo Tedesco. Ormai è tardi per cercare le tracce dei giganti del passato, ma il posto è veramente molto bello e decidiamo di tornarci domani per approfondire la conoscenza. Intanto sfruttando la bella luce del tramonto che si sta avvicinando si fotografa questo affascinante paesaggio dominato dalla piramide elegante del Djebel Dist e dal vicino Djebel Maghrafa (monte mestolo) è caratterizzato da suggestive rocce chiare erose dal tempo, che fuoriescono dalla pianura scura, dalla sabbia anche qui fanno capolino carcasse bovine . Ci godiamo un bel tramonto e poi si comincia il percorso di ritorno aiutati da una luna sempre più grande, che man mano che cala la notte illumina tutto. Una volta raggiunta la strada in pochi minuti veniamo nuovamente ospitati nel cassone di un furgoncino che ci riporta dentro Bawiti. |
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© 2024 Elba e Umberto
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