AuthorUmberto

Luned?¨ 14 aprile 2008 Midelt

 
Appuntamento alle 8 in lavanderia per noleggiare una macchina e andare a fare un giro nella zona mineraria. L’appuntamento con la vettura viene rimandato di mezz’ora in mezz’ora fino all’una.
Nel frattempo vado dal barbiere che mi vuole affidare la figlia diciassettenne per farla sposare in Italia.

Alla fine l’attesa si dimostra una grande perdita di tempo, l’amico dell’amico dell’amico del lavandaio arrivato apposta da Meknes mi fa compilare una serie di fogli paurosa e poi mi chiede  una franchigia assurda e quindi non se ne fa di niente.

Girando per officine alla fine trovo una motoronda 50, quattro tempi e quattro marce  e ci accordiamo per domattina.
   

Domenica 13 aprile 2008 Midelt

bandiere
Oggi è una bella giornata, dopo questa tre giorni da istituto luce dei tempi d’oro, pensieri per la testa ne passano tanti, ormai ci conoscono tutti siamo gli italiani, non torna che si stia tanto qui sono abituati a vedere stranieri solo di passaggio. Tutti vogliono sapere che ci facciamo qui e pensano che sotto ci sia qualcosa di poco chiaro, anche all’hotel ci guardano con sospetto.
Questa zona è famosa per le miniere ormai quasi tutte chiuse e continuamente veniamo avvicinati da tipi che ci propongono minerali e fossili, qualcuno racconta anche delle cose interessanti. La cosa più antipatica e schifosa sono i venditori di droga, li riconosci da lontano perché sono vestiti all’occidentale e hanno sempre gli occhiali scuri, se entri in un bar ti si mettono vicini e ostentano le loro merci con lo scopo preciso di farsi vedere, cercano di vendere delle polveri che aspirano dal dorso della mano e  l’hashish, odio questa gente schifosa vili annebbiamenti  garanti delle dittature e per questo tollerati dai regimi a tutte le latitudini.
Comincio a essere stufo di città ma la storia è sempre quella se voglio far funzionare il sito, Base Elba e scrivere gli articoli, queste pause urbane sono inevitabili.
Oggi in Italia ci sono le elezioni è la prima volta da quando ho diritto al voto che non assolvo al mio dovere e nonostante sia schifato dai politici e dalla politica mi vergogno di questa mancanza. Dopo questa tre giorni dentro una parata di regime mi rendo meglio conto di cosa sia la democrazia
   

Sabato 12 aprile 2008 Midelt

  C’è sempre il re ma non lo considera più nessuno, lungo la strada ci sono solo militari, la gente è andata via. Sua maestà  lascia Midelt nel primo pomeriggio e la città riprende il suo ritmo ordinario, torna il sole e comincia a riaffiorare un po’ di spazzatura.
   

Venerd?¨ 11 aprile 2008 Midelt

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L’albergo è vicino alla grande Moschea dove nel pomeriggio il re andrà a pregare quindi è gia tutto blindato e le telecamere sono state spostate per girare il filmato della fede. Riusciamo comunque ad uscire spostandosi nella zona esterna al percorso reale. Il dietro le quinte è holliwoodiano, c’è uno spiegamento di forze enorme con tanto di tende militari e cucine da campo, rispetto al giorno prima però è tutto molto più tranquillo, nei bar di periferia ci sono frotte di uomini in divisa imboscati. Rientriamo in centro, è tutto bloccato il sovrano deve ancora andare a pregare, ci sono tante persone venute dalla campagna per vedere, si sono messi il vestito bono e con  il pane nella catana sono arrivati a Midelt. La maggior parte delle persone  non lo vede per niente ma sono tutti affascinati dalla scenografia, fa strano che sia tutto a colori, questo film che dovrebbe essere girato in bianco e nero. 
Dopo la preghiera rimane tutto bloccato, i poliziotti hanno ordini rigidi e la gente si lagna in silenzio senza protestare, tiro du’ urli e passo approfittando del privilegio di essere straniero. In serata è tutto più tranquillo.
   

Gioved?¨ 10 aprile 2008 Midelt

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E’ il grande giorno, usciamo e le vie sono già piene di persone bandierodotate, c’è polizia da tutte le parti ed è arrivata anche la televisione. Ci sono tante donne con i bimbi piccoli in spalla a gelare sotto il nevischio, inquadrati come balilla dalle scuole arrivano gli studenti tutti in fila indiana con la loro bandierina inneggiano al re e si posizionano lungo le transenne per riempire i vuoti. C’è veramente tanta gente la città è praticamente paralizzata Mohamed VI arriverà in serata ma le vie già bloccate e la gente è tutta a bordo strada, ci sono dei “complessini folk” dell’ organizzazione che intrattengono la folla. In un crescendo di eccitazione e congelamento sta arrivando il momento fatato: il passaggio del re, stendono un infinito tappeto rosso, mentre il gran cerimoniere in un delirio da checca isterica fa spostare tutte le telecamere. Nevischia mentre si schierano le autorità civili e religiose, i tonaconi bianchi degli uomini di moschea bagnati dal nevischio e mossi dal vento creano un effetto fantasma formaggino.Vengo preso di mira da tre bulli che si atteggiano a servizi segreti con tanto di cuffiettina  radio ostentata a mo’ di auricolare, sono incazzati perché faccio le foto mi intimano ad andare via e vogliono vedere i documenti, più li ignoro e più si incazzano, si vede che mi troncherebbero volentieri ma si capisce bene che hanno ordini precisi di non toccare i turisti e  i coglioni si sfogano con un tranquillo omino colpevole di aver sfiorato uno di loro.
Sembra di esse’ infondo al Volteraio ai tempi d’oro del rally, ogni tanto si sente un rumore e tutti si agitano, anche qui passano gli apripista coi lampi, finalmente arriva il momento atteso, in parata su una vecchia mercedes decappottabile arriva il re, scende di macchina e a passo svelto cammina per una cinquantina di metri salutando le autorità prostrate, poi rimonta in macchina e va al palazzo reale, il tutto dura una ventina di secondi. La festa per oggi è finita, domani si replica. Lentamente riusciamo ad uscire dalla calca, sentiamo chiamare “zirina zirina” è Bedha  una delle sorelle maggiori di Moha venuta a Midelt per vedere il re, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla tenda fra qualche giorno.
   

Mercoled?¨ 9 aprile 2008 Midelt

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Passo la giornata a scrivere ma il clima preparatorio mi ha contagiato, ci sono sempre più bandiere e striscioni e le immagini del re sono appese da tutte le parti anche sui vetri delle macchine. C’è una specie di gara a chi mette più bandiere, tutti i tetti a terrazza sono chiusi e è proibito stendere i panni, e da noi anche fare la doccia. Sembra di essere sul set di un kolossal, la città è invasa da militari, nella notte transennano tutte le vie e lavano le strade con potentissimi idranti che sverniciano tutti i marciapiedi appena “truccati”.
Andiamo a letto che è tutto blindato, il nonno s’incazza perché è tardi e lui non vuole rogne.
   

Marted?¨ 8 aprile 2008 Midelt

 
Fervono i preparativi, i marciapiedi spazzati sono pericolosissimi perchè riaffiorano le buche, si respira un atmosfera strana, stanno pitturando e lavando tutto e il paese comincia ad essere invaso da militari.
Nell’albergo dove siamo alloggiati ci vogliono mandare via, arriva il re e l’albergo deve essere a disposizione per la gente dello staff coronato, bisogna discutere a lungo per rimanere, alla fine si resta con grande disappunto del nonno che mi odia perché lo sveglio tutte le notti quando rientro da internet.
   

Luned?¨ 7 aprile 2008 Midelt

 
Stanno ripulendo e pitturando tutta la cittadina, mercoledì arriva il re! Squadre di spazzini spostano la spazzatura nelle vie laterali combattendo duramente contro il vento che la vuole riportare sul corso principale dove nel frattempo stanno dipingendo tutte le facciate di bianco, anche se in realtà la cosa che prende più colore è il marciapiede. Faccio base in una pasticceria e incomincio a scrivere.
Durante la notte arrivano nuove squadre di operai per rifare il trucco alla città e anche un po’ di camion con aste e bandiere.
   

Domenica 6 aprile 2008 Midelt

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Grande dormita e giro pigro per Midelt, oggi è giorno di souk ma io sono attratto dalle pasticcerie.  

Raib, lo yogurt cremoso, come sempre è molto buono, ma anche le mille foglie non sono male, fa un gran freddo e tira vento, in montagna è nevicato tanto, il manto bianco si è abbassato di almeno 500 metri. Midelt è un posto tranquillo disteso su un altopiano a 1488 metri di quota, è dominato dalla catena dell’Ayachi. Qui le persone sembrano tutte uguali vestite di scuro e senza magia, ma forse perché la testa è ancora alla montagna.

   

Sabato 5 aprile 2008 da Taarart a Midelt – giorno 5 (il recupero da Asfalo a Ahora)

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Sveglia alle cinque colazione e partenza, i ragazzi sono tutti eccitati per il recupero, ieri sera abbiamo guardato le foto per localizzare il punto, si sale veloci su un sentiero dritto, solo una piccola deviazione per prendere l’acqua. Alle 9,30 siamo già al oued secco, Moha lega il mulo e poi scendiamo nella gola di corsa perché loro pensano che qualcuno possa rubarsi carico e mulo, invece è tutto dove l’ho lasciato Tambone e zaini.
Mohammed prende Tambone e noi i bagagli, un‘ora e siamo già sulla via di casa. È andato tutto bene, grazie alla solita fortuna questa volta nei panni di due ragazzi abili e generosi. Facciamo merenda con formaggio di capra, pane, olio e l’immancabile the, mentre il tempo comincia a ingrigirsi, sta arrivando tagut, ancora qualche ora e il recupero sarebbe stato un problema. La discesa è ripida, cambiamo via per evitare un canalino con la neve pericoloso per i muli. Lungo il percorso incontriamo diversi pastori fra cui il babbo e il fratello di Moha e arriviamo alla grande tenda dove Serena è stata adottata dalla famiglia, perfetti per il pranzo. La regina della tenda è la mamma Eto che sta tessendo un grande tappeto multicolore sull’ “astà” (il telaio). La tenda è magica e confortevole con la luce che filtra dai lati e il fumo del focolare sale disegnando spirali, si sta benissimo sui tappeti, circondati dai capretti appena nati, la tenda è montata in pendenza così il calore sale nella zona alta dove si dorme, i teli laterali si aprono  e si chiudono rapidamente  per avere luce o riparo a seconda delle esigenze. Si sta bene, c’è armonia in questa famiglia, i Nomadi sono persone speciali, stando con loro si gusta il sapore effimero della libertà circondati da larghi sorrisi e occhi grandi, sono poche le parole che attraversano la tenda, prevalgono le risate leggere e gioviali come lo sguardo scintillante di Moha quando parla fiero  della sua piccola tenda bianca di sacchi cuciti. La tentazione di fermarsi c’è (come cantava Battiato la voglia di vivere a un’altra velocità), ma voglio andare a Midelt per aggiornare il sito e raccontare le belle storie della gente dell’Atlas. Lasciamo Tambone qui e ci incamminiamo verso Midelt   accompagnati dai due ragazzi, sta  arrivando il brutto tempo, ridiamo dello scampato pericolo, in alto nevica Tagut! Ora si ride ma è andata bene, un altro giorno e avremmo perso Tambone e i bagagli, Tagut, Tagut, detto a denti strinti e fronte arricciata, inculoatagut … A Flilo, il primo paese dove arrivano i taxi,  ci salutiamo e entriamo a Midelt da anonimi turisti europei, doccia e dormita in albergo.