Mattina a Gibilterra per acquistare una reflex digitale poi in bus da Linea ad Algeciras.Questa città è uno di quei posti che se non ci sei nato e non ti ci hanno mandato a lavorare non ci andresti mai: un porto industriale circondato da raffinerie, e ma è un punto quasi obbligato per andare in Marocco.La nave salpa alle 21, a bordo c’è una piccola moschea come se il Marmorica avesse una chiesetta sul ponte principale.La baia di Gibilterra è illuminata dalle navi e a terra iniziano i primi fuochi d’artificio sia dalla parte spagnola che da quella inglese, doppiamo la mitica Trafalgar e le luci d’Africa si avvicinano veloci.Lo sbarco a Tangeri è rallentato dal portello bloccato, a parte il piccolo inconveniente è tutto molto, tutto molto facile non c’è nessun controllo di frontiera. I primi odori di Tangeri non sono gran chè “sembra di esse sul giraglia”. Arriviamo alla stazione dei pulman, è già 2008 ma qui non gliene frega nulla, i ragazzi giocano tra le palme della piazza, c’è un ora di tempo prima della partenza per Casablanca, ci fermiamo in uno dei tanti bar ristorate della zona, tutti pieni e frequentati solo da uomini .Prima cena africana: un pollo arrosto patate riso e sardine per circa due euro.
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CategoryLa partenza, dallÄôElba a Gibilterra
Partenza alle 7 dalla stazione dei bus di Malaga, la strada scorre lungo la costa e l’alba scopre colate di cemento su colate di cemento, gru cantieri case su case, alberghi e casermoni enormi cartelloni di agenzie immobiliari senza fine, solo un breve tratto di erba con tori e mucche nere, poi torna villette e palazzi…Finalmente Linea e sullo sfondo le famose Rocce Bianche di Gibilterra, da sempre sognate e viste con la mente di bimbo grazie ai racconti dei marittimi della “tera di Glauco” i racconti di “Burrasca e del Moro” di Angelo, eroici isolani nati contadini e diventati cavodurnisti per miseria.Linea è un posto vero dove non è tutto in funzione del turista, è domenica e ci sono le famiglie del posto al ristorante con 8 euro si fa un pranzo completo.Per andare a Gibiltera bisogna passare la doppia Frontiera, si attraversa l’aeroporto che è anche strada, pista ciclabile e passaggio pedonale; quando arriva o parte un aereo suona la sirena e si libera la pista.Qui è tutto è english style e Nelson è un icona presente da tutte le parti, più di Napoleone all’Elba. Gibilterra è porto franco dove elettronica e alcolici la fanno da padroni, il centro è una serie ininterrotta di negozi. Lasciamo il paese e iniziamo a salire verso le vette del promontorio. Finalmente silenzio, si sale ripidamente fra fortificazioni antiche e gallerie e batterie dell’ultimo conflitto, la vegetazione è rigogliosa, c’è acqua dolce indispensabile ricchezza di ogni baluardo militare, spiccano le bellissime palme nane ma ci sono tanti olivastri e anche lecci.
Salendo incontriamo i famosi macacchi di Gibilterra si vede che sono abituati alle persone è facile farci amicizia.
Dalla vetta del promontorio ammiriamo un tramonto sulla baia di Gibilterra che ospita decine e decine di grandi navi, sullo sfondo l’Africa e le montagne marocchine.
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Albeggia su di un paesaggio affascinante montagne gelate è La Sierra Nevada, montagne brulle mentre si scende verso il mare, la ferrovia e le strade sono scavate fra le gole rocciose, le rocce si fanno più morbide mentre la campagna arida ma coltivata diventa la dominante del paesaggio, gli agrumi e gli olivi la fanno da padroni.Arriviamo a Malaga in una modernissima stazione che sembra un aeroporto internazionale, attravesiamo un anonimo viale che ci porta alla spiaggia, un grande lido compatto e marrone. Lungo l’arenile dei ristorantini dove arrostono sardine infilzandole dentro pezzi di canna tra la spiaggia e il porto ci sono le barche dei pescatori tirate e terra, in questa specie di zona franca c’è un accampamento di alcolizzati.Proseguo fino al porto dove troneggia un finto galeone discoteca, rientro verso il centro attraversando un bellissimo orto Botanico con piante dei cinque continenti.Il centro storico è pieno di turisti tutti in fila per visitare la massiccia cattedrale. Bar frenetici fumosi e rumorosi, cerco uno zaino più grande per ottimizzare il carico, e mi ritrovo nei diabolici centri commerciali, penso con disprezzo a l’elbani che vanno il fine settimana ai centri commerciali perchè al’Elba non cè nulla. C’è talmente di tutto che non compro nulla, torno alla stazione perché c’è la connessione internet senza fili gratuita, faccio le stesse operazioni di sempre in automatico: prima Elbareport, Elbacomunico, poi il Viottolo, la posta e fiorentina.it., poi inizio a scrivere qualcosa. E' questo il cuore di Malaga per gli abitanti cinema multisala, locali di vario genere stazione ferroviaria e bus.Gibilterra che non c’è…Cerco un pulman per Gibilterra ma Gibilterra dalla Spagna non si può raggiungere per un motivo semplice per gli spagnoli Gibilterra non esiste, chiedo insistentemente Gibilterra, ghibiltera, la porta del Mediterraneo, Trafalgar la battaglia navale di Trafalgar Oracio Nelson, el addmiral. Ipocriti più delli juventini, non esiste una mappa che riporti la città inglese comunque una cosa è certa in Spagna Gibilterra non esiste! Finalmente si scopre l’arcano bisogna andare a La Linea praticamente la cittadina spagnola attaccata. Gibilterra che non esiste come l’acciaierie nella cartina della Val di Cornia esposta al porto di Piombino dove degli impianti siderurgici non c’è traccia. |
La Valencia Monumentale ha un centro storico imponente, delle possenti porte a ricordo del cruento passato e tanti ponti che attraversano un fiume secco.Il fiume è stato deviato a monte della città e nel letto del fiume ormai secco sono stati impiantati giardini, impianti sportivi e costruita la futuristica città della scienza di grande impatto soprattutto al tramonto.La città è frenetica ma senza anima, è molto turistica e vi lavorano persone totalmente scollegate al luogo, il pensiero corre alla mia Isola e a tutti quei lavoratori estivi che ignorano tutto della nostra “Massima Isola” e una sensazione fastidiosa, come le comande prese con una lavagnetta dove devi mettere il numero della pietanza fotografata sul menù plastificato.Voglia di posti veri come la bettola di Corte dove mangiammo in compagnia di Corsi veri i primi di questo Novembre. Mi sembra di essere dentro una grande finzione dove tutto persone e luoghi sono ”tipicamente finti”. Ritiro le scarpe con cui farò il giro e ci prepariamo a partire, ma il treno per Malaga è completo e non si può bigliettare proviamo col bus idem, riproviamo col treno senza biglietto il primo controllore, ci manda da un suo collega con la barba che ci manda dal “Gordo” il capo dei controllori, ci pensa un po’ e poi ci fa salire si parte . |
Sveglia a un'ora decente visita a questa cittadina catalana ricca di vestigia romane e di ristoranti finto italiani, primo problema pratico, la spina del computer non è compatibile con le prese spagnole, dopo un’ora di ricerche in una ferramenta trovo l’agognata riduzione. Tarragona vende orgogliosa i suoi monumenti, ma io ho gli occhi ancora pieni di Roma e la testa già in Africa. Sosta all’internet point e partenza direzione Valencia dove devo recuperare le scarpe che faranno il giro del mondo.La stazione ferroviaria di Valencia è posta a fianco della grande Arena che noto con piacere ospita un tranquillo circo. La città è molto grande e piena di gente domani la visiterò |
A Ventimiglia cambio veloce per Nizza su un treno francese. La famosa costa azzurra molto cementificata e Montecarlo con i suoi lussuosi panfili, un’ora a Nizza per fare colazione con cioccolata, baguette e marmellata e poi un treno confortevole fino a Montpellier. Il cielo si apre e i colori sono familiari, c’è tanto pino di Aleppo e poi sughere, lecci e ginestre, i vitigni sono estesi e molto bassi, il colore del terreno alterna il giallo all’ocra tendente all’arancione. Image A Montpellier (nella foto) c’è un gran sole, la città è viva e allegra una vigilia di Natale che sembra primavera. Montpellier è multietnica, ma si respira l’aria gitana della Camargue, dopo tre ore piacevoli si riparte in treno direzione Barcellona. Il treno spagnolo è più vecchio e meno ordinato, ma più spazioso e colorato, dai finestrini si vedono i famosi cavallini bianchi, sorge una splendida luna piena e il riscaldamento a palla del treno porta l’Africa a bordo. Faccio amicizia con un bimbo di 2-3 anni. Arriviamo a Barcellona alla stazione franca alle 21,45 in un’ambientazione surreale, la stazione è deserta e tutto serado è la vigilia di Natale. Hotel davanti alla stazione, poi in giro nella città vecchia, c’è un concerto nella cattedrale stracolma di gente, ma alla messa di natale preferisco una cena che risulta molto difficile tutti stanno chiudendo, quando sto per perdere la speranza un accogliente taverna, totani ripieni e patate al baccalà Buon Natale |
Intanto che aspetto Elias (nella foto con Umberto durante la pagaiata dall'Elba a Roma – n.d.r.) alla stazione assisto a una scena esilarante : una giovane coppia di napoletani esce dalla stazione , lei spinge un passeggino con un bimbo infagottato al limite dell’asfissia e si accinge ad attraversare la strada deserta quando il compagno con un urlo strozzato e disperato la ferma e la costringe a attraversare dalle strisce pedonali “ci vogliamo far riconoscere subito” dice, “qui la gente è civile”continua serio e bacchettone.Arriviamo al maso di “Zige” alle 3 e mezzo. Sveglia all’ora di pranzo colazione al bel Maso e visita a Bozen , con i mercatini di Natale. Elias ci porta al museo archeologico per vedere Otzi il famoso “uomo dei ghiacci”. Saluti e partenza per Verona . Nella città scaligera una visita notturna con pausa pizza. Lasciamo piazza delle Erbe, l’Arena e la casa di Giulietta, per tornare alla stazione.IL treno ha solo vagoni letto, ogni vagone ha un suo responsabile un orgoglioso omino in divisa da “tranviocameriere” fiero del suo vagone letto che dopo aver protestato per il ritardo di prenotazione apre la porta del magico scrigno tre brande, un comò cesso lavabo e una finta finestra. Verona Ventimiglia per la “modica” cifra di 70 Euro. |
Ho un sonno arretrato che domina tutte le mie azioni, è normale negli ultimi giorni praticamente non ho dormito. La spiaggia deserta e il mare nebbioso di Rimini mi evocano il deserto, l’interminabile schiera di alberghi alle spalle meno, in tarda mattinata ci incontriamo con Jader.
Jader è un creativo che ho conosciuto durante una traversata trekking dell’Elba, a cui ho chiesto aiuto per costruire il sito del viaggio: se leggerete queste righe sarà in gran parte merito suo e della sua splendida famiglia. Oltre che “vendere le idee” per lavoro è anche artista puro ,mi colpiscono in particolare Benito-Che (nella foto) la crocifissione della Nike, però anche panni puliti, 11 settembre e la scacchiera….
E’ ormai pomeriggio inoltrato quando lascio Rimini, il treno ferma a Bologna pochi passi sotto la pioggia, per ingannare l’attesa e poi partenza per Bolzano dove alla stazione ci verrà a prendere Elias con cui un mese fa ho fatto una bella pagaiata dall’Elba a Roma.
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© 2024 Elba e Umberto