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Cheope: minima statua, massima piramide

In mattinata si va a vedere il Museo Egizio, ci sono tanti giapponesi, europei e americani, non ci sono più abituato a vedere le donne in canottiera e gli uomini in pantaloni corti e mi fa strano. All’ingresso nonostante le decine di adetti alla sicurezza i controlli sono inesistenti, il museo è strapieno di reperti, c’è una quantità impressionante di statue, più che un museo sembra un grande deposito, specialmente nelle sale laterali è tutto avvolto nella polvere e le teche di legno con i lucchetti impiombati e le didascalie scritte a penna su fogli di quaderno riportano alle romanzesche storie dell’epoca archeologica dello scorso secolo. Non è un museo moderno ma è sicuramente un luogo di grande fascino, sembra che ci siano esposti più di 120.000 pezzi, provo a immaginarmi i famosi depositi del museo dove si dice siano ammassati senza essere catalogati milioni di reperti, deve essere un posto incredibile.
Ci si sente osservati dalle centinaia di statue che adornano ogni angolo, dai mille volti imperturbabili, da quelli delle colossali statue che raffigurano il Faraone Amenthotep III e sua moglie Teye, alla bellissima  raffigurazione in diorite nera di Chefren a grandedezza naturale, fino alla perfetta nella sua espressione imperturbabile piccolissima statua di Cheope. Raffigurazioni di faraoni e regine come Micerino, Akhenaten e Nefertiti, Ramses  II, Hatshepsut… divinità Amon, Hathor, Bes… nobili, soldati, operai, panettieri, impossibile vedere tutto, ancora più impossibile descriverlo, di certo la percezione di un passato straordinario. Al piano superiore il famoso tesoro di  Tutankammon che merita la sua grande fama anche se non mi suscita l’emozione della prima volta che lo vidi e poi ancora meraviglie come le mummie reali dove spicca la somiglianza fra il faraone Sethi I e quella del figlio Ramses II. Gli antichi egizi mummificavano tutto cani, gatti, babbuini, ibis   anche i pesci, ce n’è uno che assomiglia in maniera impressionante a uno visto in un mercato di Alessandria che però non era mummificato ma putrido. Alcuni reperti sembrano dimenticati da tutti, ci sono scaffali con centinaia di statuette di turchese abbandonate nella polvere, mentre le mummie del periodo greco romano si stanno struggendo sotto il sole che filtra dal lucernaio.
C’è ancora tempo per andare a Giza per vedere le famose Piramidi, i tassisti qui fuori sono a caccia di polli da spennare, chiedono 50 euro ma poi si va con 15 pound, circa un euro e mezzo ed è un prezzo esagerato, un tassista con un pollo europeo, giapponese o americano in mezz’ora può fare il guadagno di una mesata.
Il quartiere di Giza è povero ma tranquillo, prima di andare nella zona delle Piramidi si va a fare un giro, ti sposti di pochi metri e si torna nell’Africa che mi piace, fatta di persone povere ma gentili e sorridenti, con tre pound si mangia, compreso il “mix” un favoloso beverone egiziano di banana, fragola, yogurt e mela. Poi lasciati i vicoli polverosi del quartiere popolare si entra nel sito, c’è tanta gente ma stanno uscendo tutti, in pochi minuti il sito si svuota, sembra la situazione perfetta ma i poliziotti a cammello cominciano a chiedere mance e a dire che è ora di chiudere, il fatto che in pratica ci siamo solo noi peggiora la sitauazione. È comunque un luogo magico e le Piramidi di Cheope e Chefren sono semplicemente grandiose, stiamo dentro il più possibile ma poi bisogna uscire è ora di chiusura e scortati da tanti poliziotti a cammello si esce. Solito mercatino si parte da 60 dollari e poi con 15 pound si rientra, ma domani si torna, le mitiche piramidi di Giza le voglio vedere perbene.