papaveri

campagna

cedri

cedri

bandiere

la via nel deserto

tenda sotto il cedro 

Domani arriva il re e nella notte sono arrivati altri militari, la scuola che si vede dalla finestra è circondata da camion dell’esercito. Tambone fa le bizze non c’è verso di caricarlo, scalcia continuamente probabilmente disturbato da tutto questo traffico. Facciamo colazione al solito bar legando Tambone a una bandiera e poi imbocchiamo lo stradone asfaltato che prendono i pullman diretti a Marrakech con le prode tutte linde e imbandierate. Dopo un paio di chilometri incontriamo un pastore che ci indica la via nel deserto che conduce verso Itzer. Nel plateau arido incontriamo dei muli soli, poi si iniziano a trovare cespugli fioriti e campi di grano per la gioia di Tambone che ogni tanto si tuffa fra le spighe. Si va avanti a saliscendi fra zone aride e campi di grano e biada dove si incontrano papaveri viola e rossi. Siamo ormai al godron il plateau arido è finito, Itzer è alla nostra destra e finalmente siamo sotto le montagne delle famose foreste di cedri. Il panorama è cambiato nettamente, sembra di essere nella campagna maremmana, fra coltivi e chiazze di macchia, una donna che sta lavando al pozzo ci mette sulla giusta via, ci sono delle zone rimboschite a pino e tante mucche al pascolo. Passano dei quad, uno si ferma, è uno spagnolo simpatico ma un po’ rincoglionito che non sa da dove viene né dove sta andando, però segue la polvere di quelli davanti e si diverte un casino. Incontriamo di tanto in tanto delle fattorie e qualche contadino sui muli che ci aiuta a trovare la via. Dopo qualche ora ritroviamo il godron e finalmente iniziamo a salire incontrando i primi cedri che diventano sempre più giganti. Serena è stanca e monta sul mulo, si sale oltre i duemila metri circondati dai cedri, in lontananza, dopo il plateau, l’Ayachy che si sta defilando, arrivati al culmine, ci troviamo in un posto da favola, sotto di noi si apre una grande radura erbosa dove dei pastori nomadi hanno montato la loro tenda. Noi la tenda la montiamo più in alto all’inizio della foresta sotto un grande cedro. Si fa conoscenza e mi invitano a cenare insieme, ma Serena è in “coma” e ci diamo appuntamento per domattina a colazione.
Davanti al falò mi godo il silenzio e le stelle fra le enormi sagome scure dei cedri.