Questa cosa l’ho scritta un po’ d’anni fa me la so ritrovata nel computer e la voglio mettere dentro a posa di sole dove scrivero i pensieri che mi verranno durante il viaggio
Ero bambolo , partimmo dalla casa di nonno co zio Mario,per andà a fà la scopa femminiccia nella macchia di tambone, pe fà le granate e i granatini, si passò da lo riastrello e dalle paglicce pè vede se il merda era passato .
Il merda era passato a buio ,i cavoli e le pomate a quest’ora l’aveva già vendute a li turisti del campeggio.Pe la coste di Segagnana incontrommo Defendente, Ada e l’asino che andavano a Fonza dove c’avevano tre pezzi di vigna e tenevano n’a villa grande a dei signori di milano, salimmo assieme fino a scopri l’ischia poi noi tirommmo a dritto pe la scorcia .
Era il tempo del passo dei colombacci, da dietro a na cote appariva la beretta del Paolini vecchio, c’era pace e l’aria e la macchia avevano il sapore della polvere secca e calda della siccità ,tuttonsieme il silenzio fù sbatacchiato dall’ale de li colombacci e partì la baraonda ,i pallini ci piovevano addosso come na scroscia di grandinina nera fischiante, quelli che arivavano da destra frizzavano ; infatti appena più n’sù c’era il muso nero di Lubumba tutto incinghialito, zio lo mandò in culo e lui disse di levassi da li coglioni …. quando fummo un pò più n sù zio mi raccontò di quando Lubunba battiede il capo da piccino rimanendo morto tre giorni , poi risucitò però rimase toccato nelle cervelle.
Arivati alla macchia della scopa femmina , ci fermammo a guardà il piano della bonalaccia, c’era sempre più case e meno campi puliti ,più buscioni e meno vigne.
Io dovevo guardà nell’occhi di zio per vede i sui racconti ,nel piano tutto questo lavorio non lo vedevo , non vedevo le donne al fosso, i barocci ,i volantini, non sentivo il rumore delle sappe e dei bidenti ,non c’erano ne asini ne cavalli ,ne donne co le cataste in capo . ma nell’occhi ci vedevo più di tutto il luccichio triste che viene quando si guardano i filmini che stanno dentro il cervello e che lo sguardo non li trova più; era il pianto per il suo mondo che non c’era più.
Dopo un silenzio fermo e lungo salimmo guasi di corsa fino a li scogli bianchi che sono il punto più incima di tutto del Tambone ;facevo fatica a stalli dietro ,sembrava “cokke” dietro a la lepre .
Arivati sul cocuzzolo cocuzzolo mirò tutt’intorno , c’aveva n’a faccia che si capiva che doveva dì qualcosa di importante, quello che voleva dì l’aveva già pensato, però stava zitto.
Era bello li incima si vedeva tutto, e il mare era da tutte le parti e si vedeva tutta l’Isola e le tere lontane.
Un p’ò più in giù a la via di Montecristo c’era un caprile di calcare ormai abbandonato da i pastori pastori che venivano da S.Ilario a pascola le capre e le pecore anche perchè la tera un’era adatta ne alla vigna ne all’orti , invece all’onsù ala via della Capraia ,nel cocchero c’erano i bunker ,che l’avevano fatti i soldati italiani e disotto ormai imbuscionate, le grotte dove nonno ,zio e qualche altro stavano imbiattati al tempo della guera pe un fassi prende dai tedeschi.
Disse :“qui siamo al centro dell’Isola di qui si capisce tutta la geografia ,quello è il Sud , li c’è il Giglio e Montecristo, a Montecristo è pieno di capre e di vipere e c’era la villa del re.Se uno andasse sempre a diritto ,prima trova la Sicilia che è bella ,ma ci fanno i teremoti e poi la Tripolitania dove l’italiani piantarono le viti e l’olivi dove prima c’era solo sabbia.
Quello è oves ,dove pone l’sole ,dietro il capanne c’è la Corsica ,che è grandissima e ricca d’acqua , La Corsica è francia però i Corsi ai francesi no li possono vede, possono vede poco anche all’italiani ,a noi però si perchè siamo isolani come loro , al tempo di prima co na barca a quattro remi ci volevano dodici ore pe arivà dila da Pomonte.
Sotto c’è la Sardegna ,che è cuasi attaccata ,ma però non si vede; i Sardi so peggio dei Corsi in tempo di guera hanno fatto scappà anche li tedeschi ,infondo infondo c’è la Spagna e Gibiltera li c’è il norde , quella è la Capraia e quella piccolina è la Gorgona. Infondo c’è Genova e nelle montagne dietro, quando è tempo bono d’inverno si vede la neve e di quà c’è este , dove nasce il sole , lì è Calamita e ci so le miniere di fero ,quel paese è Capoliveri, poi c’è Portazzuro Rio e l’Isola è finita .Al di la del canale c’è il continente tutto attacato fino alla russia e alla cina”.
E l’italia dovè ?
“in continente” ma noi siamo italia?“
quello dipende dalle guere, da chi le vince: la Corsica prima era italia e ora è francia ,ma so tutte stronzate; la Corsica è la Corsica e i Corsi so i Corsi ,un so ne francesi ne italiani , so Corsi e basta! E noi siamo Elbani .
So i continentali che hanno bisogno dei confini, a noi Isolani un ci serveno, noi c’avemo il mare e ognuno si chiama col nome de la su Isola, e poi la nostra è la meglio di tutte , lo diceno anche quelli che hanno visto tutti i paesi dei cinque continnenti che un posto meglio di quì un’esiste da nessuna parte del mondo”.
Zio e le granate non esistono più,ma la geografia è sempre quella. |
© 2024 Elba e Umberto
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