Il filo della tortura Mattinata a scribacchiare, verso le undici si va dentro Shali per cercare, senza trovarli, Andrea e il Francese, passo davanti a un barbiere e mi viene la voglia di farmi barba e capelli. Per prima cosa accende il fornellino e prepara un the, poi mi spiega che per un vero barbiere come lui gli italiani sono i clienti che danno più soddisfazione perché hanno la barba dura da Africani e la pelle morbida degli europei e poi inizia la rasatura. Ripulito e soddisfatto faccio per alzarmi ma il tosatore mi dice di rimane posato, prende un filo di lenza giallo, ne taglia un metro e mezzo, lo addoppia, poi tenendolo da un lato con la bocca e dall’altro fra l’indice e il pollice, comincia a arricciola’ i fili e poi muovendo la testa avanti e indietro stile Totò, comincia a strapparmi i peli ribelli delle sopracciglia, la tortura si chiude con una nuvola di profumo alla vaniglia spruzzatami in faccia con una specie di pompa del rame. |
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© 2024 Elba e Umberto
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