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Partiamo che è ancora buio, intorno alle 6,30 fa giorno, dai viottolini vediamo scendere i bimbi che vanno a scuola, si incontrano sul viottolo più largo e poi proseguono insieme, prima di arrivare a scuola devono percorrere ancora sei o sette chilometri, mi vengono in mente i racconti di chi andava a scuola a piedi da Pomonte a Marciana, mi sembravano racconti epici, ora mi sembra normale, capisco anche la voglia e l’entusiasmo di andare a scuola legato sì alla voglia di apprendere, ma anche dal risparmiarsi le fatiche di una mattinata di lavoro. Vediamo sorgere il sole dalle vette innevate circondati da scenari naturali vasti e monumentali, montagne innevate, torrenti gonfi e decine di valli che si susseguono come infinite. L’ultima parte del sentiero sale tra il vento e fiancheggia  una serie di grotte che fanno pensare a insediamenti preistorici, poi, quasi sul culmine ritornano i ginepri qui più affascinanti che mai per le forme contorte che li rendono simili a gigantesche ogliere di legno bianco, vorrei parlare con questi alberi dalle forme magiche ed ascoltare racconti di tempeste di vento, alluvioni e frane.
Il culmine è stranissimo, la vetta della Cattedral è un insieme di grandi ciottoloni quasi sferici, come tante bocce sembra di essere sul bordo di un fiume e invece siamo in cima a una montagna, l’orogenesi dell’Atlante è spettacolare a volte le rocce hanno forme “didattiche” e si intuisce bene cosa può essere successo, a volte sono stupefacenti.
Fra ginepri “animati”e “sfere ”di pietra ci avviciniamo alla “Facciata” una parete di oltre 600 metri a picco sulla valle, il progettista del viottolo non so chi sia ma è un mio idolo, ci ha portato su una specie di pulpito di pietra affacciato nel vuoto.
Questo è un vero sentiero escursionistico, nel rispetto della natura, non sono stati tagliati alberi, non ci sono ringhiere né staccionate, né cartelli. Ha toccato i punti più belli e interessanti, (punti panoramici, emergenze geologiche fossili, alberi monumentali) con un tracciato sicuro e dalle pendenze accessibili (sentiero escursionistico, non per merendai). Torniamo a valle, do il convio alla bestia, si carica e si parte, sembra tutto regolare ma dopo nemmeno un paio di chilometri l’asino comincia a tentennare poi s’affloscia come un polpo e un si move più. Si scarica il bagaglio poi a fatica si porta la bestia scarica all’ombra. Dopo un’oretta provo a vedere se va, gli monto in groppa ma non va, allora decido di tornare indietro per cercare un altro animale, Serena prova a salire in groppa e la bestia parte tranquilla al trotterello, allora ricambio programma e decido di partire lungo la gola per Anargui. Il viottolo si snoda stretto e alto lungo una gola stretta e profonda scavata dal torrente, è tutto imponente e precario. Le rocce sono rossastre, stratificate, piegate e spezzate in tutte le direzioni, il corso d’acqua in basso è sempre più gonfio. Qui la natura è padrona e l’uomo intruso, infatti non c’è nessun insediamento. Comincia a scurire, il sentiero scende, trovo una grotta e decido che ci fermiamo qui, il posto è bello la grotta è alta una trentina di metri sul fiume, davanti a un pino, intorno c‘è per fare un po’ di legna, stanotte si dorme in sacco a pelo vicino al foco. C’è parecchia legna secca, ne faccio un po’ di fasci così si alimenta un bel foco che produce una gran brace a cui le scatolette di tonno e sardine non fanno certo onore. È una bella serata, c’è la grotta, il foco e la luna quasi piena e il ciuco che all’orzo preferisce le spine dei rami secchi.