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Da Isola a Jazera
Arriviamo a Sfax all’una e mezzo, l’ultimo traghetto è partito da un’ora, ma non è un grosso problema perché il prossimo è alle tre e mezzo. Aspettiamo sul porto insieme a un paio di famiglie e un po’ di ragazzi che hanno passato la notte in continente. Il traghetto è piccolino simile a quelli che collegano Palau alla Maddalena. È mare ma sembra uno stagno, in pratica è una laguna sabbiosa, dal porto di Sfax a Kerkennah si naviga sempre su un basso fondale. Sbarchiamo alle cinque che è ancora buio nel porto di Sidi Youssef sull’isola di Gharbi. I louage aspettano sulla banchina, ne prendiamo uno che ci porta fino a Ramla, il capoluogo, che è sull’isola di Chergui la più grande dell’arcipelago collegata con Gharbi da un ponte costruito dai romani. È tutto piatto, una Pianosa brulla piena di palme circondata da un mare laguna che percorriamo praticamente su un rettilineo che costeggia il lato orientale dell’isola fino a Ramla. Scendiamo che è giorno, il tempo di fare colazione, capire che qui non c’è posto per dormire e ci spostiamo verso Sidi Frej. Ci troviamo una casina, intanto ci si piazza e ci facciamo una dormita rigenerante, è un posto tranquillo che sa di Ponza e di Pianosa, è il posto ideale per riordinare e poi stendere i pensieri.