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Fathy il gigante 
Ogni giorno è più caldo e andare in mare non serve a rinfrescarsi anzi l’acqua è talmente calda che mentre nuoti sudi.
Sulla riva mi attende una signora dagli occhi celesti che tutte le mattine mi saluta e mi chiede con fare tipicamente Isolano “quando partite” qui i turisti normalmente stanno due o tre giorni e noi cominciamo a “puzzare” e poi io col fatto che sto quasi sempre a scrivere desto sospetto.
Passa Fathi e ci mettiamo a chiacchierare, lui è un pescatore di polpi specialista di nasse e  “gourgoulette” anforette (stile quelle che usava il soldatino in Galenzana), ma la pesca al polpo è ferma inizierà a fine settembre e in questo periodo di stanca ha spostato la sua Feluca da Ouled Kacem a Sidi Frej per vedere di rimediare qualche soldo accompagnando i turisti. Fa soprattutto giretti di qualche ora portando la gente a fare il bagno a largo dove c’è un minimo di fondo, oppure una gita più lunga fino alla spiaggia detta delle mille palme. Fathi è un gigante, ce ne sono tanti sull’Isola, probabilmente perché i corsari insulari tenevano con se i prigionieri più robusti per farne   preziosi alleati come vogatori durante le scorrerie. 
La storia di queste terre è strettamente legata alla pirateria che è stata la principale attività e soprattutto la maggiore fonte di reddito fino agli inizi del 1800 e i Bey che reggevano il potere in Tunisia tolleravano e in pratica appoggiavano le scorrerie barbaresche, forti del fatto che portavano cospicue entrate alla nazione, (come succede oggi in Marocco con il kif). Infatti quando la Tunisia  pressata dalle richieste degli stati europei dichiarò fuorilegge la pirateria nel 1816 e successivamente nel 1846 la schiavitù, ci fu un tracollo economico e la nazione finì in bancarotta.
Sono affascinato dalle tante facce di Kerkennah e per carpirne meglio le tante sfumature mi voglio trasferire per qualche giorno in un villaggio.