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La festa del Profeta e unico filo (verde)
Questa mattina il cielo è straordinariamente limpido, c’è un’aria fresca da montagna e come per magia è scomparsa la patina di polvere che avvolgeva tutto da quando siamo arrivati. Mi godo l’oasi osservando i carretti dal tetto della terrazza e le bimbe vestite a festa che non vogliono le foto. Oggi è un giorno di grande festa, è il compleanno di Maometto, vicino alla moschea più grande stanno preparando per la celebrazione della ricorrenza, si vedono passare uomini con grandi bandiere verdi e altri con tamburelli. La luce è molto bella e il cielo terso è azzurro intenso, ritorniamo a visitare la fortezza di Shali. Il sale della struttura del grande minareto brilla riflettendo la luce del sole, così come le altre strutture tutte consumate e rese sinuose dalle rare piogge, Shali sembra un enorme plastico costruico con cartoni bagnati. Salendo sulla fortezza si apre un panorama inedito e molto più ampio, la città vecchia sembra molto più grande, le dune del deserto occidentale sono vicine e grandi e il lago di Siwa sembra un mare con le piccole isole ben definite, così come il Djebel Mawta,  la collina del Tempio dell’Oracolo e il Djebel Dakrur, che si elevano dal verde delle palme come isole galleggianti. Salendo sulla montagnola a ovest della città di sale, il panorama è ancora più bello. Anche vicino alla moschea di Shali ci sono preparativi per la festa, gli uomini dentro i ruderi della vecchia città hanno acceso un focolare dove stanno cuocendo dentro un  pentolone una grande quantità di cibo che sembra cous cous. Ci sono diversi uomini impegnati in questo lavoro, c’è un gran movimento di pentoloni e vasoi ma sempre con calma e in silenzio come costuma a Siwa. La festa alla moschea sembra una cosa soprattutto fra uomini, donne qui non ce ne sono, se ne vede un gruppo dall’altro lato del villaggio fortificato che nell’aia di una casa stanno lavorando in cerchio intorno a un monticello di lana e mi immagino che questo sia un po’ il loro modo di passare questa festa. Scendendo nel paese la vita continua a scorrere come l’abbiamo lascita, via vai di carretti per lo più guidati da bimbi che accompagnano le loro mamme completamente velate e coperte con il Tarfottet e uomini, oggi tutti vestiti a festa con turbanti e camicioni bianchi, che chiacchierano intorno alla moschea. L’atmosfera rilassata di Siwa mi sta contagiando, il caos e la frenesia abbrutente del Cairo sembrano un incubo lontano. Tornato al fondouk mentre aggeggio su una presa elettrica a un certo punto prende fuoco tutto e in un attimo i fili di rame si fondono tra loro, per fortuna che Serena stacca prontamente il contatore. Un’ala dell’ostello è senza energia, dopo un po’ di ricerche insieme a Mohammed, uno dei ragazzi che  gestisce la struttura, si trova il contatore principale, è esterno nella via, proprio sopra una garitta della polizia, provo a salire sul tetto della garitta sotto lo sguardo perplesso del milite, quando Mohammed gli dice del contatore della corrente per paura di essere fulminato si da prontamente alla fuga. Dopo un paio di tentativi a vuoto con un legno di palma si riaccende il contatore e tutto torna regolare e il ragazzo, che mi ha scambiato per un elettricista, compra un paio di prese e una piastra nuova per sistemare il tutto. Non è semplice perché l’impianto è fatto tutto con un filo di un solo colore (verde islam naturalmente) in omaggio alla filosofia dell’inshallah, almeno apparentemente faccio un buon lavoro e Mohammed assai soddisfatto, mentre mi elenca a memoria tutti i calciatori della formazione dell’Italia campione del mondo, mi commissiona un paio di lavoretti.
La luna piena è già alta sopra il Tempio dell’Oracolo mentre il sole comincia ad abbassarsi sopra la fortezza di Shali colorando d’arancio il cielo, è un tramonto reso ancora più bello dalle tante garzette che rientrano dalla laguna verso le palme del villaggio.