Il sole è già alto quando partiamo alla volta della medina, non è facile districarsi nel traffico attraversando le vie da strisce pedonali che nessuno rispetta. Tambone scivola continuamene sui marciapiedi, finalmente trovo un tratto tranquillo, ma arrivano subito i guardiani del giardino che mi rispediscono nel traffico. Mi sento in colpa nei confronti di Tambone per averlo portato in questo inferno, passiamo davanti al grande palazzo reale dai grandi giardini perfetti ma interdetto a tutti e poi finalmente salendo troviamo il primo quartiere della medina Fes El Djedid. Lasciamo il traffico, entriamo nei vicoli pieni di mercanti, è tutta un’altra Fes colorata di veli e profumata di spezie.
Siamo circondati da stupore divertito e curiosità e da diverse persone che si vogliono comprare Tambone, continuiamo a salire verso Fes El Bali, la città vecchia. Entriamo nel cuore di Fes varcando le antiche mura nella penombra delle grandi porte ad arco, qui sembra veramente di essere viaggiatori di un’altra epoca, avanziamo alla cieca alla ricerca di qualche fondouk (caravanserraglio) per lasciare il mulo, che sembra la cosa più difficile. Passando da una serie di porte ci ritroviamo in un vicolo cieco dove diventiamo l’attrazione per un gruppo di bimbi divertiti, vogliono salire tutti sul mulo, mi fa strano che un mulo sia così attraente, facciamo un po’ di giretti con Tambone che si presta, straordinariamente docile, al gioco. E’ un mondo di mercanti tutti ci propongono soluzioni, seguo un ragazzo che mi sembra il più affidabile attraversando tanti vicoli. Tambone sdraia tutto e tutti, col tagrart da botte a destra e a manca e ogni tanto si mangia qualcosa dai banchi di frutta, in un colpo solo si apre una gabbia di piccioni e si abbate una pila di pani, siamo l’attrazione comica del souk e questo ci protegge dai negozianti incazzati. Ci propongono una soluzione, ma è oscena, una specie di grande latrina col mulo legato contro un muro. Decidiamo di uscire dalla città e di andare a cercare una sistemazione per Tambone, come sempre la soluzione c’è, ce la trova un ragazzo gentile uno di quelli che faceva i filmini col telefono quando si “barava” le bancarelle. Appena fuori, fra la medina e la ville nouvelle c’è il foundouk americano, una clinica veterinaria di lusso, bussiamo al grande portone e ci apre un tipo sorridente che ci riconosce, ci ha visto ieri sulla strada, sono tutti affascinati dalla storia del viaggio e ci prendono in consegna Tambone gratuitamente. È un posto bellissimo e assurdo allo stesso tempo sembra l’Ifrane degli animali, con i dottori e gli infermieri in camice bianco, ci sono anche due ragazze italo canadesi di molto carine che sono qui a fare uno stage. Non potevamo trovare di meglio, noi ci sistemiamo nella medina e poi si va alla ville nouvelle per cercare, senza trovarle, le carte del Rif.
Finalmente siamo arrivati, ci godiamo la sera dalla terrazza di una kasbak della medina mentre dagli oltre trecento minareti di Fes parte simultaneo il richiamo alla preghiera dei muezzin, un incredibile coro cacofonico che per qualche minuto sovrasta tutto il resto.
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© 2024 Elba e Umberto
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