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Cleopatra beach
Trattativa veloce con un taxi e si parte per Cleopatra beach, sono quattro pound ma per un europeo che non conosce il sistema possono essere anche cento. Appena fuori dall’abitato è subito deserto, sarebbe anche bello con le dune bianche che arrivano fino al mare, peccato che è tutto pieno di spazzatura e basi militari circondate da grandi recinti in muratura. Gli ingressi delle basi sono tutti imbandierati e lindi, il più grande è anche adornato da due missili metallizzati, però i camion scarcassati che si vedono passare sembrano risalire alle battaglie della seconda guerra mondiale. La strada gira intorno al Matrouh, la laguna salata che disegna un cerchio quasi perfetto, si scende davanti a un’orribile statua di Cleopatra, oggi  non c’è nessuno non è ancora stagione, però questa è  la zona dei turisti europei, ma gli alberghi sono sulla laguna interna, un bozzo di acque basse che si affaccia su una grande discarica. La costa che si apre sul mediterraneo, a parte il primo tratto con i vialetti scassati rivestiti di mattonelle verdi che deturpano la spiaggia, è molto bella una grande spiaggia di sabbia bianca che si alterna a scogli e secche, il mare è proprio bello e le piccole lagune che si formano fra la costa e le secche sono così trasparenti e ferme che l’acqua non si vede, i gamberetti sembrano volare dentro a queste pozze. La scogliera è così friabile che si consuma a guardarla, si sviluppa in tante forme articolate e si specchia nelle piscine fra riflessi e giochi di luce. Qui secondo la storia (probabilmente romanzata che sa tanto di Scoglio della Paolina) Cleopatra e Marco Antonio venivano a fare il bagno. È un mare vivo ci sono granchi, ghiozzi e tante granite, oltre alle rocce bianche ce ne sono altre grigie più compatte, così lucide che sembrano verniciate. Per avere una visione di insieme basta salire sugli scogli più alti e si vedono decine di anfratti e piscine che si perdono nell’orizzonte di mare e dune, mentre dietro le dune bianche opportunamente nascoste, la spazzatura e le basi militari. Ogni tanto ci sono i resti dei bunker della seconda guerra mondiale che sono scavati nella roccia bianca e c’è anche un casotto sul punto più alto ancora attivo  dove ci sono dei soldati egiziani, ci osservano con il cannocchiale e poi in cinque o sei ci vengono incontro per dirci che la zona è militare, di non andare all’interno e di non fotografare la baracca militare, sono giovanissimi e vergognosi, sembrano tutto meno che guerrieri. Si avanza un po’ fra dune ripide e compatte e secche scivolose e poi si torna indietro. Camminando su una bassa secca si arriva a un grande scoglio con un ingresso scalpellato, non è una struttura militare sembra molto antico, forse è il resto di un antico tempio, si entra e si attraversa un breve camminamento che arriva ad una camera interna dove da un cunicolo più in basso entra soffiando  l’acqua spinta dalla marea che sta salendo. Ritornanti al punto di partenza ci spostiamo verso ovest per ritrovare l’imbocco  della laguna, è una zona brutta piena di locali e alberghi e con tanti cantieri che stanno riempiendo i pochi spazi ancora liberi, per fortuna costruiscono sulla laguna lasciando libero il lato mare. Il famoso Hotel San Giovanni cinque stelle ostentato come meraviglia da pannelli sparsi per la Corniche di Marsa Matrouh, è un casermone brutto affacciato sullo stagno con a fianco uno stabilento industriale con tanto di ciminiera. La strada temina sulla lunga lingua di sabbia che chiude la laguna dove si trova lo scoglio chiamato Al-Gharam e un grande arenile piatto. La spiaggia davanti casa sarebbe a poche centinaia di metri e basterebbero pochi minuti per arrivarci,  ma i pedalò abbandonati sulla spiaggia sono messi troppo male per provare ad attraversare, quindi si torna indietro a piedi, per fortuna si incontra un pick up di muratori beduini che stanno rientrando, gentilmente ci danno un passaggio portandoci fino a casa.