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Assoggettati al ciclo del Sole
Il caldo aumenta sempre, la gente lavora di notte e al mattino, poi si rintana all’ombra durante le ore calde e ricomincia ad uscire nel tardo pomeriggio, anche noi ci si adatta a questi ritmi, anche volendo non si può fare altrimenti, si esce poco prima del tramonto per fare un giro nei campi dove si sta mietendo il grano, le spighe vengono tagliate con dei corti falciotti e poi una volta ammazzetate, caricate sui carretti e portate via. C’è aria di festa, la raccolta del grano è da millenni un momento di gioia nelle comunità contadine e questa euforia contagia soprattutto i bimbi che riescono anche a giocare mentre lavorano, gli unici che mantengano la solita espressione triste sono gli asini addetti al traino dei carretti, che caricati con cataste di covoni di grano diventano enormi e salire in cima a queste montagne di spighe diventa un’ambita e divertente prova di coraggio per i ragazzini. Camminiamo per qualche chilometro fra i coltivi e poi andiamo a vedere la famosa sorgente sulfurea di “Bir Talata” che vuol dire semplicemente pozzo n°3, raccontata come la principale attrattiva della zona, ma che si rivela una buca di acqua calda, rugginosa e ferma, per niente invitante, inoltre si trova dentro il giardino di un albergo dove gli unici ospiti sono due vecchi inglesi incartapecoriti e immobili che sembrano attendere pazientemente il momento della loro mummificazione. Dopo il tramonto in campagna la temperatura cala velocemente, ma una volta tornati nella zona cementificata il caldo torna a ribollire, le case di cemento oltre che orribili in queste zone così calde si trasformano in veri e propri forni crematori, però si continua a costruire cubi di cemento e i mattoni crudi non si usano più, anche qui tutti vogliono le case moderne. È notte fonda ma c’è chi sta già andando nei campi a lavorare e chi nei cantieri edili impasta cemento; qui il più forte è il sole e tutti si devono adeguare al suo ciclo.