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Il Centro Cercina e elbaeumberto in arabo C’è vento forte oggi si resta a terra, andiamo comunque al porto, il maestrale è fresco e teso tanto che ci vuole il pile, vediamo nascere il sole fra le isole piatte dietro il mare corrugato dalla ventolata, la magia dell’alba si compie e noi torniamo a casa insieme ai pescatori venuti a controllare gli ormeggi. Chiamo Ferhri Abdelhamid il direttore del Centro Cercina e del museo di Kerkennah che mi da appuntamento per il pomeriggio. Ferhri è un professore universitario che insegna all’università di Sfax, è un kerkenniano doc è lui che ha voluto il centro e il museo e a El Attaya tutti lo stimano. Con un passaggio raggiungiamo Abassya e finalmente al museo incontriamo il professore, è un uomo paffuto e pacifico che ci accoglie con calore ha voluto e costruito questo museo e in questo momento lo gestisce insieme alla figlia e alla moglie. Le sue ricerche e la passione con cui le espone mi fanno ritornare l’entusiasmo e la voglia di cercare questa unione fra le genti del mediterraneo. Ci tiene a precisare che il museo dedicato a Kerkennah è molto importante ma la cosa più importante è il Centre Cercina Pour les recerches sur le iles Mèditerranèennes la cui sede è qui che è rivolto a tutte le isole del mediterraneo ed in paricolare agli arcipelaghi minori, per unire o meglio riunire le genti del mediterraneo attraverso lo studio delle piccole isole. Da Gibilterra al Mar Nero le piccole isole e gli arcipelaghi sono stati i punti di appoggio per congiungere le due sponde del mediterraneo. Fa tanto piacere leggere dell’Arcipelago toscano e in particolare dell’importanza dell’Elba come snodo e testa di ponte per i commerci antichi e dei tanti punti che ci legano alle Baleari, alle Isole di Hyères, all’arcipelago Pontino, alle Eolie, alle Egadi a Malta e Kerkernnah. Si parla delle antiche rotte dell’ossidiana, quella sarda del monte Arci e quella delle Eolie, gli racconto dei siti Elbani e dei proiettili di materiale lavico che ancora oggi si trovano intorno al villaggio in pietra delle Mure che fu attaccato e distrutto dai siracusani nel 540 a.c. Ferhri mi dice “ i Corsi e i Kerkenniani sono fratelli e voi siete cugini dei Corsi” la storia di queste Isole è incredibilmente simile e La Galite, dove inschallah andremo a breve, è un’altra preziosa trama di questa intricata rete di comunicazione che ha attraversato in lungo e in largo il mare nostrum diffondendo tecnologie e terminologie. “Certo” dice “ogni tanto si facevano anche le guerre ma queste genti soprattutto commerciavano e comunicavano continuamente, molto più di ora e” conclude “ i confini sul mare non esistono” Mentre prospettiamo migliori scenari futuri mi torna in mente il mitico comandante Corso Giovanni Pomonti che lo scorso novembre nel porto di Bastia quando gli parlavo del viaggio mi disse profetico: “bello, però di questi tempi è difficile, al tempo avanti all’ultima guerra prima che i politici inventassero le frontiere e le dogane bastava anda’, ora no è tutto divieti e paga’ fogli ”. Nel deumilanove si terrà un’importante conferenza sulle isole minori dove interveranno delegazioni provenienti da tutto il Mediterraneo, nelle relazioni che ho visto si parla dell’Elba e dell’Arcipelago Toscano ma nessuna associazione del nostro mondo insulare ve ne fa parte, mi prendo l’impegno di inserire la nostra Isola in questo circuito, dovrei avere il giusto canale, qualche giorno fa mi sono proposto al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano come ambasciatore nel mondo e la Direttrice ha entusiasticamente accettato, questa è la prima occasione per fare qualcosa di concreto, mettere in contatto il Parco con l’Associazione Cercina, una prima staminara per costruire la barca della riscoperta della nostra mediterraneità. Il tempo scorre veloce, al tavolo si uniscono un anziano professore francese che viene a Kerkennah da più di quarant’anni ed il figlio, la conversazione si sposta sulla storia degli italiani che lavoravano nelle saline di Abassya e sulla vita dei due famosi sindacalisti Farhat Hachet e Habib Achour e il misterioso assassinio di Hachet probabilmente legato alla sempre maggiore autorevolezza di questo personaggio fortemente appoggiato e osannato dalle masse. È ormai buio quando si torna al villaggio e la giornata si chiude con una grande notizia elbaeumberto è anche in arabo per me è una grande gioia, è un segnale piccolo ma concreto nella direzione della conoscenza e della tolleranza. |
© 2024 Elba e Umberto
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