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Dopo qualche giorno di sveglie all’alba una dormitona ci voleva, andiamo a piedi alla vicina  Imilchil, così si riposa anche un po’ Tambone che sta mangiando felice l’erba sul bordo del lago.
Imilcil è la porta verso il deserto ed è famoso per il Mousseum (il mercato degli sposi) che si tiene qui a settembre, per l’occasione qui si  radunano tutti  i nomadi e gli abitanti dei villaggi alti, prima che la neve li isoli per l’inverno. il Mousseum è un occasione ottima per accoppiarsi per gli scapoli dei villaggi isolati. L’evento risale al periodo coloniale ed era stato istituito per aggiornare l’anagrafe, oggi è diventato un evento turistico, lo si capisce dai tanti alberghi, ora deserti, e dai mille richiami all’evento. Facciamo scorta di viveri e si rientra velocemente approfittando di un passaggio con un mitico Bedford rosso che sono la colonna portante dei trasporti in Marocco. Il camionista è un allegro vecchietto che parla francese, il camion ha due enormi tachimetri (uno è una sveglia modificata) che non funzionano e un interruttore da casa per le luci. Si prepara il bagaglio e si parte, salendo in direzione del  lago di Isli  la pista cammina in mezzo a questa pianura in quota, tutt’intorno montagne brulle e in alto la neve, si incontra un villaggio, ma è deserto, sono i villaggi dei nomadi che durante la stagione fredda vengono abbandonati, guardo meglio e una casa è abitata, forse sono i primi ritornati. Salendo incontriamo un bimbo pastore che pascola le sue pecore in un terreno apparentemente sterile. La strada sale costantemente anche se in maniera quasi impercettibile, la giornata è bellissima ma gelida e ora che sta andando giù il sole il freddo diventa intenso, il terreno è sterile e bagnato in pratica è fango tenuto assieme dal gelo, è quasi notte quando arriviamo al lago di Isli  su cui si affacciano i picchi innevati e un deserto in quota, della piccola gite di cui parlava la guida non c’è traccia. È molto bello, ma il terreno è bagnato e precario, ricco di canaloni e smottamenti in caso di pioggia o neve può essere molto pericoloso e poi fa veramente tanto freddo, decido di tornare indietro e dormire in un posto più caldo e sicuro. Si Cammina a ritroso sotto una stellata che illumina la steppa per un paio di ore e poi si ritorna al castello solare, che si vedeva stranamente illuminato da qualche chilometro, sono arrivati un gruppo di fuoristradisti olandesi che hanno animato la struttura, c’è ancora una camera libera, quindi per stanotte si dorme fra le mura  poi domattina si riparte per Isli e le grandi montagne.