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Heliopolis
Stamattina sveglia prima dell’alba per andare al Cairo, con l’intento di risolvere i problemi delle macchine fotografiche. Alessandria a quest’ora è silenziosa e buia, lungo le vie ci sono solo guardie che dormono dentro le garitte e sciagurati che dormono sui marciapiedi. Intorno alla stazione di Mahattat Misr il movimento aumenta, alla biglietteria di terza e quarta classe non ci fanno i biglietti e gli inservienti interni non ci fanno nemmeno avvicinare al binario, solo seconda o prima classe e bisogna aspettare fino alle otto. Quindi giro nella zona circostante, dove di prima mattina nei pentoloni allagati di olio color petrolio si friggono fegatelli e peperoni, i cafè sono già pieni di gente che fuma e ci sono dei banchetti che fanno le frittelle con lo zucchero e farcite di latte cagliato, facciamo colazione con le frittelle dolci e il the e poi si ritorna alla stazione e si parte. La periferia di Alessandria è fatta di casermoni e spazzatura, poi iniziano i canali e il verde del Delta dove risalta il bianco degli ibis prima che la nebbia fitta avvolga tutto. Dopo tre ore siamo nel centro del Cairo, Ramses station: il traffico e il rumore di Alessandria era niente a confronto, l’aria è così inquinata che sembra di avere un respiratore collegato a una pompa della benzina, vibra tutto di traffico e l’aria è unta. Dall’altro lato della stazione parte il tram (qui chiamato metro) per Heliopolis, il quartiere del Cairo dove dovremmo trovare il centro Canon. Una mezz’ora e ci siamo, un ragazzo si autoelegge nostra guida e insieme ci perdiamo fra le villette di questo quartiere “bene”. La fortuna vuole che dopo un po’ si incontra una donna con gli occhi larghi e curiosi che inquadra subito il nostro vagare insulso e ci viene in aiuto, è libanese, veste all’occidentale e ricorda vagamente Maria Callas. Parla bene inglese e francese a sa anche qualche parola di italiano, arriva anche la sua mamma una donna alta e slanciata con gli occhi celesti e poi il figlio di cui mi decanta orgogliosa le origini greco-italiane del padre e la professione di dentista. Siamo completamente fuori zona e questo s’era capito, mi dice che secondo lei sarà difficile trovare quello che cerco perché qui la gente queste cose se la va a prendere direttamente a Dubai o in Europa, comunque Karim il dentistino ci accompagna in macchina al più grande negozio Canon di Heliopolis. Gran negozio luccicante rivestito di marmo e negoziante imbrillantinato vestito da matrimonio di cosa nostra, ci sono telefonini, palmari, macchine fotografiche compatte, esposti come fossero i tesori di Tuthmosi III ma niente reflex e tantomeno obbiettivi di reflex, ha solo tre scatole che fanno parte della coreografia, di assistenza tecnica nemmeno a parlarne. Andiamo verso Korba il centro di Heliopolis, è pieno di grandi palazzi fatti dagli inglesi nel ventesimo secolo che hanno al piano terra negozi di lusso, dopo un paio d’ore di giri a vuoto, ci indirizzano verso il palazzo dell’elettronica, che in realtà sono più edifici dove ci sono decine, anzi centinaia di botteghe di elettronica in cui si riparano e si riciclano sorprattutto computer, però finalmente trovo un negozio che ha due reflex e che soprattutto ci da l’indirizzo giusto del centro assistenza, ormai è tardi, ma domani si dovrebbe risolvere.
Il treno ci dicono che è completo, ma si salta a bordo senza biglietto, il posto c’è e il pagamento si risolve col bigliettaio.