La Medina di Bizerte Andiamo nuovamente al palazzo del Governatore per avere notizie delle autorizzazioni ma i vigilanti mi bloccano "interdit pas possible" è vietato entrare nel palazzo del Governatore con i pantaloni corti e le ciabatte, ridendo entro ma arrivano attendenti e poliziotti da tutte le parti e mi bloccano, Serena per fortuna può entrare e io rimango fuori ad aspettare fra le risate stentate della "banda interdit". Come previsto nessuna novità. Anche oggi piove sarebbe la giornata giusta per scrivere un po' ma manca la voglia, facciamo un giro al porto dove con le barche a vela arriva sempre qualche personaggio strano e poi in giro per la Medina, quella di Bizerte non ha i classici confini definiti da mura, ci si entra gradualmente camminando fra i banchi del mercato della ville nouvelle e senza che te ne accorgi ti trovi dentro la Medina accompagnato dal vociare dei mercatai che è uguale in tutte le lingue. Un formicaio per uomini la medina, il moderno per motivi di spazio rimane in gran parte fuori, estraneo è il puzzo degli scarichi della macchine e il loro rumore, il suono di sottofondo è un brulicare di passi e voci sussuranti, dai carrugi vengono fuori i suoni antichi delle botteghe dei falegnami e dei fabbri e al posto dei puzzi dei motori gli aromi acuti delle spezie e i profumi densi e intensi che arrivano dalle finestre delle cucine perché il ramadan è il mese del digiuno ma nelle case è tutto un preparare nell'attesa del grande pasto serale. Sbuchiamo nel porto vecchio dove uomini e gatti sonnecchianti si riparano dalla pioggia fra tettoie e porticati, mi piace osservarla questa passività ma non mi appartiene, è già troppi giorni che siamo statici è tempo di fare qualcosa di più attivo. |
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© 2024 Elba e Umberto
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