TagAprile 2008

Gioved?¨ 10 aprile 2008 Midelt

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E’ il grande giorno, usciamo e le vie sono già piene di persone bandierodotate, c’è polizia da tutte le parti ed è arrivata anche la televisione. Ci sono tante donne con i bimbi piccoli in spalla a gelare sotto il nevischio, inquadrati come balilla dalle scuole arrivano gli studenti tutti in fila indiana con la loro bandierina inneggiano al re e si posizionano lungo le transenne per riempire i vuoti. C’è veramente tanta gente la città è praticamente paralizzata Mohamed VI arriverà in serata ma le vie già bloccate e la gente è tutta a bordo strada, ci sono dei “complessini folk” dell’ organizzazione che intrattengono la folla. In un crescendo di eccitazione e congelamento sta arrivando il momento fatato: il passaggio del re, stendono un infinito tappeto rosso, mentre il gran cerimoniere in un delirio da checca isterica fa spostare tutte le telecamere. Nevischia mentre si schierano le autorità civili e religiose, i tonaconi bianchi degli uomini di moschea bagnati dal nevischio e mossi dal vento creano un effetto fantasma formaggino.Vengo preso di mira da tre bulli che si atteggiano a servizi segreti con tanto di cuffiettina  radio ostentata a mo’ di auricolare, sono incazzati perché faccio le foto mi intimano ad andare via e vogliono vedere i documenti, più li ignoro e più si incazzano, si vede che mi troncherebbero volentieri ma si capisce bene che hanno ordini precisi di non toccare i turisti e  i coglioni si sfogano con un tranquillo omino colpevole di aver sfiorato uno di loro.
Sembra di esse’ infondo al Volteraio ai tempi d’oro del rally, ogni tanto si sente un rumore e tutti si agitano, anche qui passano gli apripista coi lampi, finalmente arriva il momento atteso, in parata su una vecchia mercedes decappottabile arriva il re, scende di macchina e a passo svelto cammina per una cinquantina di metri salutando le autorità prostrate, poi rimonta in macchina e va al palazzo reale, il tutto dura una ventina di secondi. La festa per oggi è finita, domani si replica. Lentamente riusciamo ad uscire dalla calca, sentiamo chiamare “zirina zirina” è Bedha  una delle sorelle maggiori di Moha venuta a Midelt per vedere il re, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla tenda fra qualche giorno.
   

Mercoled?¨ 9 aprile 2008 Midelt

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Passo la giornata a scrivere ma il clima preparatorio mi ha contagiato, ci sono sempre più bandiere e striscioni e le immagini del re sono appese da tutte le parti anche sui vetri delle macchine. C’è una specie di gara a chi mette più bandiere, tutti i tetti a terrazza sono chiusi e è proibito stendere i panni, e da noi anche fare la doccia. Sembra di essere sul set di un kolossal, la città è invasa da militari, nella notte transennano tutte le vie e lavano le strade con potentissimi idranti che sverniciano tutti i marciapiedi appena “truccati”.
Andiamo a letto che è tutto blindato, il nonno s’incazza perché è tardi e lui non vuole rogne.
   

Marted?¨ 8 aprile 2008 Midelt

 
Fervono i preparativi, i marciapiedi spazzati sono pericolosissimi perchè riaffiorano le buche, si respira un atmosfera strana, stanno pitturando e lavando tutto e il paese comincia ad essere invaso da militari.
Nell’albergo dove siamo alloggiati ci vogliono mandare via, arriva il re e l’albergo deve essere a disposizione per la gente dello staff coronato, bisogna discutere a lungo per rimanere, alla fine si resta con grande disappunto del nonno che mi odia perché lo sveglio tutte le notti quando rientro da internet.
   

Luned?¨ 7 aprile 2008 Midelt

 
Stanno ripulendo e pitturando tutta la cittadina, mercoledì arriva il re! Squadre di spazzini spostano la spazzatura nelle vie laterali combattendo duramente contro il vento che la vuole riportare sul corso principale dove nel frattempo stanno dipingendo tutte le facciate di bianco, anche se in realtà la cosa che prende più colore è il marciapiede. Faccio base in una pasticceria e incomincio a scrivere.
Durante la notte arrivano nuove squadre di operai per rifare il trucco alla città e anche un po’ di camion con aste e bandiere.
   

Domenica 6 aprile 2008 Midelt

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Grande dormita e giro pigro per Midelt, oggi è giorno di souk ma io sono attratto dalle pasticcerie.  

Raib, lo yogurt cremoso, come sempre è molto buono, ma anche le mille foglie non sono male, fa un gran freddo e tira vento, in montagna è nevicato tanto, il manto bianco si è abbassato di almeno 500 metri. Midelt è un posto tranquillo disteso su un altopiano a 1488 metri di quota, è dominato dalla catena dell’Ayachi. Qui le persone sembrano tutte uguali vestite di scuro e senza magia, ma forse perché la testa è ancora alla montagna.

   

Sabato 5 aprile 2008 da Taarart a Midelt – giorno 5 (il recupero da Asfalo a Ahora)

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Sveglia alle cinque colazione e partenza, i ragazzi sono tutti eccitati per il recupero, ieri sera abbiamo guardato le foto per localizzare il punto, si sale veloci su un sentiero dritto, solo una piccola deviazione per prendere l’acqua. Alle 9,30 siamo già al oued secco, Moha lega il mulo e poi scendiamo nella gola di corsa perché loro pensano che qualcuno possa rubarsi carico e mulo, invece è tutto dove l’ho lasciato Tambone e zaini.
Mohammed prende Tambone e noi i bagagli, un‘ora e siamo già sulla via di casa. È andato tutto bene, grazie alla solita fortuna questa volta nei panni di due ragazzi abili e generosi. Facciamo merenda con formaggio di capra, pane, olio e l’immancabile the, mentre il tempo comincia a ingrigirsi, sta arrivando tagut, ancora qualche ora e il recupero sarebbe stato un problema. La discesa è ripida, cambiamo via per evitare un canalino con la neve pericoloso per i muli. Lungo il percorso incontriamo diversi pastori fra cui il babbo e il fratello di Moha e arriviamo alla grande tenda dove Serena è stata adottata dalla famiglia, perfetti per il pranzo. La regina della tenda è la mamma Eto che sta tessendo un grande tappeto multicolore sull’ “astà” (il telaio). La tenda è magica e confortevole con la luce che filtra dai lati e il fumo del focolare sale disegnando spirali, si sta benissimo sui tappeti, circondati dai capretti appena nati, la tenda è montata in pendenza così il calore sale nella zona alta dove si dorme, i teli laterali si aprono  e si chiudono rapidamente  per avere luce o riparo a seconda delle esigenze. Si sta bene, c’è armonia in questa famiglia, i Nomadi sono persone speciali, stando con loro si gusta il sapore effimero della libertà circondati da larghi sorrisi e occhi grandi, sono poche le parole che attraversano la tenda, prevalgono le risate leggere e gioviali come lo sguardo scintillante di Moha quando parla fiero  della sua piccola tenda bianca di sacchi cuciti. La tentazione di fermarsi c’è (come cantava Battiato la voglia di vivere a un’altra velocità), ma voglio andare a Midelt per aggiornare il sito e raccontare le belle storie della gente dell’Atlas. Lasciamo Tambone qui e ci incamminiamo verso Midelt   accompagnati dai due ragazzi, sta  arrivando il brutto tempo, ridiamo dello scampato pericolo, in alto nevica Tagut! Ora si ride ma è andata bene, un altro giorno e avremmo perso Tambone e i bagagli, Tagut, Tagut, detto a denti strinti e fronte arricciata, inculoatagut … A Flilo, il primo paese dove arrivano i taxi,  ci salutiamo e entriamo a Midelt da anonimi turisti europei, doccia e dormita in albergo.