TagDiario di viaggio

Mercoled?¨ 16 aprile 2008 Midelt

 
E’ dal primo giorno a Midelt che cerco di entrare nella biblioteca, cerco delle carte con indicate le piste di montagna per ricostruire più esattamente possibile la traversata dell’Atlante. È un centro bello il responsabile che mi mandava sempre indietro con mille scuse stamani è tutto gentile e servizievole, prima non si poteva perché c’era il re. In realtà è un centro polifunzionale molto bello con una scuola per disabili, una sala conferenze, un museo e una grande biblioteca, peccato che i libri sono tutti sotto chiave esposti come cimeli e le carte non si possono vedere, però ci danno dei dolcini boni, probabilmente avanzati dai festeggiamenti reali.
Il responsabile del centro tesse grandi lodi al giovane re che sta rimodernando il paese e che aiuta i Berberi. Dopo mezz’ora da guida turistica col disco, comincia a venir fuori l’orgoglio Berbero, ma l’arrivo di due pancioni baffuti rovina tutto facendolo tornare cerimoniere senza opinione.
Mi sposto verso un cyber nella speranza di riuscire a spedire, appoggiati a un muro bianco is mimetizzano due ragazzi europei occhi spenti e bracci tatuati, sembrano meduse sciolte al sole.
Mi rattrista vedere che gli europei che si incontrano o sono inquadrati nei gruppi organizzati oppure sono alla ricerca di droghe. Il fondamentalismo islamico per come lo vedo io da qui è un movimento “intellettuale” lo si respira a volte nei cyber, sicuramente non fra i contadini o i pastori e trae forza da questi esempi sciatti di occidente, e sona più o meno così: “guardateli, pecoroni o larve”. Sicuramente se fossi un ragazzo di una città araba ne sarei affascinato.
   

Marted?¨ 15 aprile 2008 Midelt – Tattouine – Asfalo

Image

Image

Image

Image

Image

Image

Image

Image

 

Alle 7 e mezzo la moto è tutta linda davanti all’officina che ci aspetta, giro di prova e si parte, a parte i freni funziona tutto.
Prendiamo la via per Tattouine e ci fermiamo al convento dei frati  francescani appena fuori dal centro. E’ un bel posto con una piccola chiesa, architettura da kasbak, chiacchieriamo un po’ con un frate francese, che ci parla della tolleranza della gente barbera e di come siano inseriti nella comunità locale, molto diversa è la situazione nelle zone arabe, i frati conservano gli arredi e i documenti dell’ ex convento algerino di Tibhirine, mi colpisce la lettera testamento di Christian de Chergé, uno dei sette frati uccisi dagli integralisti algerini nel 96, che ho voluto ricopiare integralmente dentro Posa di Sole. Lasciamo il convento e ci dirigiamo verso Tattouine, la moto è scarsa di potenza e quando si trova salita e fango Serena deve scendere, la cosa più divertente sono i guadi. Andiamo in direzione di Asfalo, lasciamo la moto dove finisce la strada e prendiamo il viottolo, la tenda non c’è più è stata spostata, andiamo alla casa dove ritroviamo Moha che sta arando con i muli e Hssein che cava patate. Si chiacchera un po’ e ci si da appuntamento a venerdì per accompagnare Fatima, che è incinta di otto mesi, all’ospedale per la visita ginecologica con un taxi, altrimenti sarebbe andata con il mulo insieme al marito.
L’idea è di andare a vedere le miniere di Mibladen, ma troviamo il motore con la ruota bucata e quindi bisogna spingere per una ventina di chilometri. Lungo la via incontriamo Eto e la nuora con gli asini che stanno andando a fare la legna, la tenda è stata spostata vicino a una sorgente  più in alto verso la montagna per essere più vicina ai pascoli. Dopo un paio di ore arrivo a Tattouine, dove ho la fortuna di incontrare Lassen, che vista la situazione mi viene incontro e mi dice di seguirlo, è un uomo gentile dalle mani enormi, ha una bella casa circondata da meli, con calma e abilità ripara la camera d’aria ormai maciullata, dà fuoco al mastice con l’ accendino e poi ci mette le toppe, mi spiega che lui è il meccanico di tutti a Tattouine, fa un lavoro egregio che gli porta via tanto tempo. Lassen è un Marocchino anomalo, mi sembra un contadino nostrano preciso e orgoglioso della sua campagna che è tenuta benissimo. Dopo una sempre gradita merenda rifiuto l’invito a rimanere nella bella casa fra i meli, si riparte ma dopo qualche chilometro ribuco. Rientro a Midelt che il sole ha già posato.
   

Luned?¨ 14 aprile 2008 Midelt

 
Appuntamento alle 8 in lavanderia per noleggiare una macchina e andare a fare un giro nella zona mineraria. L’appuntamento con la vettura viene rimandato di mezz’ora in mezz’ora fino all’una.
Nel frattempo vado dal barbiere che mi vuole affidare la figlia diciassettenne per farla sposare in Italia.

Alla fine l’attesa si dimostra una grande perdita di tempo, l’amico dell’amico dell’amico del lavandaio arrivato apposta da Meknes mi fa compilare una serie di fogli paurosa e poi mi chiede  una franchigia assurda e quindi non se ne fa di niente.

Girando per officine alla fine trovo una motoronda 50, quattro tempi e quattro marce  e ci accordiamo per domattina.
   

Domenica 13 aprile 2008 Midelt

bandiere
Oggi è una bella giornata, dopo questa tre giorni da istituto luce dei tempi d’oro, pensieri per la testa ne passano tanti, ormai ci conoscono tutti siamo gli italiani, non torna che si stia tanto qui sono abituati a vedere stranieri solo di passaggio. Tutti vogliono sapere che ci facciamo qui e pensano che sotto ci sia qualcosa di poco chiaro, anche all’hotel ci guardano con sospetto.
Questa zona è famosa per le miniere ormai quasi tutte chiuse e continuamente veniamo avvicinati da tipi che ci propongono minerali e fossili, qualcuno racconta anche delle cose interessanti. La cosa più antipatica e schifosa sono i venditori di droga, li riconosci da lontano perché sono vestiti all’occidentale e hanno sempre gli occhiali scuri, se entri in un bar ti si mettono vicini e ostentano le loro merci con lo scopo preciso di farsi vedere, cercano di vendere delle polveri che aspirano dal dorso della mano e  l’hashish, odio questa gente schifosa vili annebbiamenti  garanti delle dittature e per questo tollerati dai regimi a tutte le latitudini.
Comincio a essere stufo di città ma la storia è sempre quella se voglio far funzionare il sito, Base Elba e scrivere gli articoli, queste pause urbane sono inevitabili.
Oggi in Italia ci sono le elezioni è la prima volta da quando ho diritto al voto che non assolvo al mio dovere e nonostante sia schifato dai politici e dalla politica mi vergogno di questa mancanza. Dopo questa tre giorni dentro una parata di regime mi rendo meglio conto di cosa sia la democrazia
   

Sabato 12 aprile 2008 Midelt

  C’è sempre il re ma non lo considera più nessuno, lungo la strada ci sono solo militari, la gente è andata via. Sua maestà  lascia Midelt nel primo pomeriggio e la città riprende il suo ritmo ordinario, torna il sole e comincia a riaffiorare un po’ di spazzatura.
   

Venerd?¨ 11 aprile 2008 Midelt

Image

Image

Image

L’albergo è vicino alla grande Moschea dove nel pomeriggio il re andrà a pregare quindi è gia tutto blindato e le telecamere sono state spostate per girare il filmato della fede. Riusciamo comunque ad uscire spostandosi nella zona esterna al percorso reale. Il dietro le quinte è holliwoodiano, c’è uno spiegamento di forze enorme con tanto di tende militari e cucine da campo, rispetto al giorno prima però è tutto molto più tranquillo, nei bar di periferia ci sono frotte di uomini in divisa imboscati. Rientriamo in centro, è tutto bloccato il sovrano deve ancora andare a pregare, ci sono tante persone venute dalla campagna per vedere, si sono messi il vestito bono e con  il pane nella catana sono arrivati a Midelt. La maggior parte delle persone  non lo vede per niente ma sono tutti affascinati dalla scenografia, fa strano che sia tutto a colori, questo film che dovrebbe essere girato in bianco e nero. 
Dopo la preghiera rimane tutto bloccato, i poliziotti hanno ordini rigidi e la gente si lagna in silenzio senza protestare, tiro du’ urli e passo approfittando del privilegio di essere straniero. In serata è tutto più tranquillo.
   

Gioved?¨ 10 aprile 2008 Midelt

Image

Image

Image

Image

Image

 

E’ il grande giorno, usciamo e le vie sono già piene di persone bandierodotate, c’è polizia da tutte le parti ed è arrivata anche la televisione. Ci sono tante donne con i bimbi piccoli in spalla a gelare sotto il nevischio, inquadrati come balilla dalle scuole arrivano gli studenti tutti in fila indiana con la loro bandierina inneggiano al re e si posizionano lungo le transenne per riempire i vuoti. C’è veramente tanta gente la città è praticamente paralizzata Mohamed VI arriverà in serata ma le vie già bloccate e la gente è tutta a bordo strada, ci sono dei “complessini folk” dell’ organizzazione che intrattengono la folla. In un crescendo di eccitazione e congelamento sta arrivando il momento fatato: il passaggio del re, stendono un infinito tappeto rosso, mentre il gran cerimoniere in un delirio da checca isterica fa spostare tutte le telecamere. Nevischia mentre si schierano le autorità civili e religiose, i tonaconi bianchi degli uomini di moschea bagnati dal nevischio e mossi dal vento creano un effetto fantasma formaggino.Vengo preso di mira da tre bulli che si atteggiano a servizi segreti con tanto di cuffiettina  radio ostentata a mo’ di auricolare, sono incazzati perché faccio le foto mi intimano ad andare via e vogliono vedere i documenti, più li ignoro e più si incazzano, si vede che mi troncherebbero volentieri ma si capisce bene che hanno ordini precisi di non toccare i turisti e  i coglioni si sfogano con un tranquillo omino colpevole di aver sfiorato uno di loro.
Sembra di esse’ infondo al Volteraio ai tempi d’oro del rally, ogni tanto si sente un rumore e tutti si agitano, anche qui passano gli apripista coi lampi, finalmente arriva il momento atteso, in parata su una vecchia mercedes decappottabile arriva il re, scende di macchina e a passo svelto cammina per una cinquantina di metri salutando le autorità prostrate, poi rimonta in macchina e va al palazzo reale, il tutto dura una ventina di secondi. La festa per oggi è finita, domani si replica. Lentamente riusciamo ad uscire dalla calca, sentiamo chiamare “zirina zirina” è Bedha  una delle sorelle maggiori di Moha venuta a Midelt per vedere il re, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla tenda fra qualche giorno.
   

Mercoled?¨ 9 aprile 2008 Midelt

Image
Passo la giornata a scrivere ma il clima preparatorio mi ha contagiato, ci sono sempre più bandiere e striscioni e le immagini del re sono appese da tutte le parti anche sui vetri delle macchine. C’è una specie di gara a chi mette più bandiere, tutti i tetti a terrazza sono chiusi e è proibito stendere i panni, e da noi anche fare la doccia. Sembra di essere sul set di un kolossal, la città è invasa da militari, nella notte transennano tutte le vie e lavano le strade con potentissimi idranti che sverniciano tutti i marciapiedi appena “truccati”.
Andiamo a letto che è tutto blindato, il nonno s’incazza perché è tardi e lui non vuole rogne.
   

Marted?¨ 8 aprile 2008 Midelt

 
Fervono i preparativi, i marciapiedi spazzati sono pericolosissimi perchè riaffiorano le buche, si respira un atmosfera strana, stanno pitturando e lavando tutto e il paese comincia ad essere invaso da militari.
Nell’albergo dove siamo alloggiati ci vogliono mandare via, arriva il re e l’albergo deve essere a disposizione per la gente dello staff coronato, bisogna discutere a lungo per rimanere, alla fine si resta con grande disappunto del nonno che mi odia perché lo sveglio tutte le notti quando rientro da internet.
   

Luned?¨ 7 aprile 2008 Midelt

 
Stanno ripulendo e pitturando tutta la cittadina, mercoledì arriva il re! Squadre di spazzini spostano la spazzatura nelle vie laterali combattendo duramente contro il vento che la vuole riportare sul corso principale dove nel frattempo stanno dipingendo tutte le facciate di bianco, anche se in realtà la cosa che prende più colore è il marciapiede. Faccio base in una pasticceria e incomincio a scrivere.
Durante la notte arrivano nuove squadre di operai per rifare il trucco alla città e anche un po’ di camion con aste e bandiere.