Image

Image

Image

 

Il venerdi del villaggio
La cagna dell’oasi sta prendendo il sopravvento, un piacevole oziare all’ombra delle palme. Oggi è venerdì, il giorno della predica dell’imam, tutti gli uomini si radunano nella moschea, tutte le attività rimangono aperte ma senza persone. La predica è lunga, urlata e arrabbiata, con Serena ci si rammarica di non comprendere niente. Dopo un’ora i canti ad Allah chiudono la cerimonia e ognuno ritorna al proprio lavoro. In serata ennesimo bel tramonto sulle dune del deserto, questa volta lo osserviamo da una collina ai margini del paese proprio a fianco di un grande complesso sportivo militare con piscina, campi di calcio, palazzetto dello sport e palestra, bello ma sovradimensionato che sa tanto di palestra di Pomonte. Rientrando per le vie sabbiose, dove come al solito c’è un gran traffico di carretti quasi tutti guidati da bimbi, un gruppo di ragazzine escono furtive da una casa e ci vengono incontro, sono curiose e fanno tante domande, è per loro un momento di grande trasgressione che però dura poco, da lontano le urla severe e minacciose del babbo le fanno correre immediatamente in casa. È ormai buio quando mi fermo a tirare quattro calci al pallone con un gruppo di ragazzini. Mi piace correre scalzo in questa sabbia polverosa che ti si appiccica addosso incollata dal sudore, mi fa sentire bimbo anche se barbuto e pelato.