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Italiani in trasferta
Piove e la giornata è autunnale, sto cercando invano un kayak allo sport nautique ma non c'è verso, riprovo al villaggio turistico italiano. Camminiamo lungo lo spiaggione turistico che è ormai deserto, solo qualche grasso finocchio tedesco in compagnia di culai tunisini e qualche pescatore poco convinto che guarda il mare con il razzaglio in mano. Il villaggio sta chiudendo e anche il servizio di vigilanza è smobilitato e si entra senza problemi, cerco il qui famoso Mario, il capoanimatore, quello che "comanda" anche il reparto sport, è un romano brizzolato che assomiglia a Paolo Franceschetti, un milanese Elbanizzato che conosco da prima di aprire Il Viottolo, con cui spesso mi sfogavo sui mali dell'Elba, da cui ho appreso recentemente leggendolo su un blog che sono di destra. Assisto al pietoso saluto con bacini e manina da parte degli animatori all'ultimo pullman di turisti e poi finalmente ho diritto d'udienza col gran cerimoniere del truman, fra un continuo "ragazzi, ragazzi, ragazzi" solo risposte negative,impossible noleggiare,impossibile comprare,la stagione è finita si impacchetta tutto e si torna in Italia e poi "è pericoloso muoversi al di fuori del villaggio" giro il culo e non rispondo mentre nei vari negozietti impacchettano i troiai coi prezzi in euro. Quando vedo queste realtà da un lato mi deprimo ma dall'altro mi sento veramente fiero per aver fatto nascere Il Viottolo che vedo sempre di più come un modello di turismo da esportare.
Dopo una pausa ricomincia a piovere forte, ci rifugiamo da Ciccio dove all'ora di pranzo si riunisce la piccola Italia Bizertina, ci sono soprattutto i siciliani che "tciavaghiano" nel settore ittico, e un gruppo di toscani e nord italiani impiegati in una fabbrica di scarpe. Davanti agli spaghetti siamo comunque tutti di buon umore, tutti meno gli incravattati, i manager meneghini che sbiancano come i polpi con la cuffia girata davanti alle notizie televisive sulla crisi economica. Piove sempre più forte e così mi faccio una panciata di televisione con il crollo della borsa, l'isola dei famosi e una serie di stronzate che ridanno dignità (parolone improprio ma quello giusto un mi viene) alle telenovelle egiziane e ai tunisini che le guardano incantati nei cafè.